ESCLUSIVA - Bogdani: "Quante falsità sul viaggio in gommone verso l'Italia. A Cesena con Giaccherini, Conte mi chiedeva sempre di lui. Rashica fu vicinissimo al Napoli. Col Chievo quanta sfortuna!"

23.09.2016
12:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Sposato con una salernitana, ma non ha mai indossato la maglia del Napoli. Tante squadre durante la sua carriera, c'è stata anche l'occasione di vederlo in azzurro, ma poi non se ne fece più nulla. L'ospite della settimana della redazione di CalcioNapoli24.it è Erjon Bogdani, ex attaccante di Chievo Verona, Hellas, Salernitana, Siena e Reggina. Ci ha raccontato del suo arrivo in Italia grazie ad un parroco di Castellammare di Stabia, del suo mancato approdo alla grande Roma e della sua amicizia con Leandro Rinaudo, ex azzurro. Ecco le sue parole in esclusiva a CalcioNapoli24. 

Sposato con una salernitana. Insomma l'accento campano a casa tua si sente spesso. "Direi di sì, adesso sto vivendo a Salerno, ma non ci sto spesso a casa, mi muovo molto con la nazionale albanese". 

Arrivato in Italia da bambino. Ci racconti il viaggio che hai fatto fino a Castellammare? "Su quella cosa del viaggio in gommone hanno scritto cose non vere. La mia famiglia ha sempre avuto contatti con Paolo Cecere, parroco di Castellammare di Stabia che aiutava i bambini poveri albanesi. Si poggiava spesso a casa mia quando veniva in Albania, poi alla fine lui decise che voleva portarci in Italia e siamo stati ospiti suoi a Castellammare. Siamo stati anche a Roma e Genova, poi sono tornato in Albania perchè volevo studiare. Non è vero che ho passato un momento difficile, ho fatto solo un mese di vacanza in Italia". 

Anche tu, come Marko Rog, hai un passato tra le fila della Dinamo Zagabria. Fucina di talenti. Qual è il loro segreto? "E' una società che lavora tanto con i ragazzi giovani e li prepara bene al futuro. In Croazia si sta lavorando bene con i calciatori giovani, non a caso li vendono ad alti prezzi. La Dinamo ha fornito tantissimi giocatori bravi che alla fine stanno facendo bene in Inghilterra e Italia". 

Poi sei arrivato alla Reggina, in attacco ti dividevi il posto con un certo Roberto Stellone. Ti saresti aspettato che sarebbe arrivato così in alto come allenatore? "No, come allenatore no. Era molto scherzoso negli spogliatoi, non pensavo diventasse allenatore. L'ho incontrato un anno fa a Frosinone, quando vennero a Tirana per un'amichevole e di lui conservo un ottimo ricordo. Quando giocavamo insieme avevamo un legame particolare, siamo stati tanto amici". 

E se ti dico Leandro Rinaudo? "Fa parte della mia famiglia. E' stato il mio testimone, io il suo,facciamo le vacanze insieme ogni anno. E' il mio migliore amico tutt'ora". 

Solo una stagione a Salerno. Quella che ti ha permesso di conoscere tua moglie. Che ambiente è quello granata? "Un ambiente molto particolare, ambiente caldo per il calcio, si vive per quello, un po' come a Napoli. E' un peccato, è una piazza che meriterebbe di giocare sempre in Serie A". 

Diciassette reti con la maglia del Verona. Da Salerno a Verona. Come la presero i tifosi campani vista la rivalità tra le due tifoserie? "A Salerno mi ruppi il crociato, ma il mio cartellino apparteneva ancora alla Reggina. Dopo la parentesi in Campania, per rimettermi in carreggiata, accettai l'offerta del Verona, in B. Non ero io a decidere, era la Reggina a scegliere per me, perciò la tifoseria della Salernitana non se la prese più di tanto". 

Dopo il Verona passasti al Siena, vera e propria succursale della Juventus, all'epoca. "Segnai tanto col Verona, tanto che il Siena, società prestigiosa, pensò a me. C'erano diversi calciatori della Juventus in quel Siena, chi non giocava a Torino veniva in Toscana. Gastaldello, Tudor, Paro, Legrottaglie, era una vera e propria squadra B dei bianconeri". 

Mutu, Eder, Candreva, Iaquinta. Un grande Cesena in A. "C'era anche Parolo quell'anno, facemmo un bel campionato, tutti ci davano per spacciati, ma mantenemmo la categoria e giocammo diverse partite mettendo in difficoltà squadre molto forti. Giaccherini ha sempre avuto sempre tanta corsa, secondo me non ha problemi di ruolo. Adesso macina parecchi chilometri, è intelligente e può fare sia l'esterno che la mezz'ala". 

E quella duplice stagione col Chievo Verona? "Avevano pochissimi punti, andai a gennaio con un contratto triennale. Era una sfida per me, anche se sapevo di poter andare in B, volevo far di tutto per salvare la squadra e facemmo un girone di ritorno strepitoso, ma nell'ultima partita retrocedemmo nello spareggio col Catania a Bologna perchè il campo siciliano era squalificato per la morte di Raciti. Quando scendemmo in B con Iachini feci preparazione col Chievo e poi ebbi richieste in A importanti, con la Roma in pole. Poi alla fine decisi di andare in prestito a Livorno anche perchè il Chievo non poteva pagarmi lo stipendio in B".

Fai parte dello staff della nazionale albanese. Hysaj capitano. Se lo merita? "Ho un buonissimo rapporto con Hysaj, ma non solo. Hysaj è un ragazzo giovane, ma sembra già molto maturo. Adesso non è un ragazzo solito, ha i piedi per terra, sembra un veterano. Fa sembrare facili le cose difficili". 

Sei d'accordo con la clausola rescissoria che potrebbe essere fissata per il terzino destro del Napoli? "Sono cose personali, ma se il Napoli fa contratti con clausola fa bene".

Napoli-Chievo Verona al San Paolo sabato sera. Guarderai la partita? "Sì, ho visto la partita con la Dinamo e anche con Palermo e Bologna. Lo seguo sempre, mi piace tanto per il modo di giocare e per come affronta le partite. Stanno parlando tanto di Milik, ma non mi aspettavo questo rendimento da parte del polacco. Il gioco di Sarri favorisce sempre gli attaccanti, il mister è un grande e Napoli deve ringraziare lui". 

Hai mai segnato al Napoli? Che ricordi hai dello stadio di Fuorigrotta? "Non ho segnato, ma ho fatto diversi assist. A Reggio, quando il Napoli era in B, vincemmo 3 a 1, feci due assist".

Non ricordo quante volte ho letto il tuo nome accostato al Napoli. Il giorno in cui sembrava più vicino il tuo passaggio in azzurro? "Il Napoli mi voleva, mi hanno chiamato diverse volte. Io giocavo in A, il Napoli voleva comprare giocatori per la B. Ci pensai tanto, ma non volevo tornare in B, avevo troppe offerte in A. Vengo spesso a Napoli e sento che i tifosi sono innamorati della squadra di calcio. Gufano sempre contro la Juve (sorride ndr.)". 

Nazionale del Kosovo. Rashica è entrato in orbita Napoli, vero? "Sì, verissimo è stato vicino al Napoli, faceva parte della nostra nazionale. E' molto bravo, è un calciatore importante. Il suo procuratore ha giocato con me, tante squadre l'hanno seguito così come il Napoli". 

Il difensore che più ti ha messo in difficoltà durante la tua carriera. "Cannavaro, Thuram, Nesta, Stam, Maldini, Costacurta, Samuel, Cordoba. Era molto rapido il colombiano, era molto esplosivo e saltava bene di testa come Cannavaro". 

Il più forte con cui tu abbia giocato. "Ce ne sono tanti, ho giocato a Reggio con Pirlo. Aveva una facilità di calciare che era meraviglioso starlo a guardare. Alla fine giocava da trequartista, vicino alla punta. Fece fatica, poi da Brescia in poi ha preso il volo. Ho segnato al Portogallo di Ronaldo con la nazionale".

Inglese ricorda un po' Bogdani? "Sì, decisamente, è un bravo giocatore. Dovrà sudare quest'anno per giocare, deve dare continuità a ciò che ha iniziato l'anno scorso. Però deve dimostrare, non bastano sei mesi buoni, ci vuole continuità. L'anno scorso ha fatto benissimo col Chievo, in furturo può far comodo anche alle grandi squadre". 

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