ESCLUSIVA - Torricelli: "Da falegname a calciatore della Juve grazie al Trap. Alla mia terza in A al San Paolo ho marcato Careca. Litigai con Di Canio a Lisbona. Quando Edmundo mi disse resto in campo, ma non mi muovo!"

29.11.2017
18:00
Fabio Cannavo

Di professione faceva il falegname, poi la chiamata della Juventus e di Giovanni Trapattoni. Da lì tutto in discesa per Moreno Torricelli tra i sei anni in bianconero, l'esperienza con la Fiorentina e poi l'Espanyol. Ha marcato Careca alla sua terza in Serie A e infine ci tiene a lanciare un messaggio a tutti i tifosi del Napoli, in esclusiva per CalcioNapoli24.it: 

Dalla Caratese, Serie D, alla Juventus. Tutto ciò dopo un’amichevole estiva. Insomma, fu Trapattoni a volerti in bianconero. Ci racconti quel pomeriggio? “Tramite un certo Roncarolo facemmo la prima amichevole contro la Juventus. Da lì ne sono nate altre quattro in estate. Il piacere di giocare contro gli idoli che vedevi in tv era tanto. Non pensavo che la Juve avesse bisogno di me, ma dopo quattro amichevoli li convinsi e convinsi Trapattoni. Un sogno”. 

Chi era Moreno Torricelli prima di diventare un calciatore? “Lavoravo in un' industria di mobili, ero un ragazzo come gli altri. Mi ero accorto che non volevo andare a scuola ed intrapresi la vita da operaio. La sera giocavo a calcio, era troppa la passione e quindi non riuscivo a non continuare a giocare”. 

Cinquanta milioni di lire e diventasti un calciatore della Juve. Ricordi i primi momenti in bianconero? Chi ti colpì di più? “Tutti, Baggio, Vialli e Moller, per la semplicità delle persone che erano. Il fatto di avermi accettato subito come uno che faceva parte del loro gruppo da tanto mi ha aiutato tanto, dipingevano i giocatori come viziati e ricchi. Non è così. Avevo solo da imparare da loro. Il primo ad accogliermi, quando entrai nello spogliatoio per la prima volta, fu Tacconi e poi Schillaci. Io, però, da ragazzo abbastanza timido, quando entrai in quell'ambiente tenevo spesso lo sguardo basso”. 

Tu che hai giocato insieme ad entrambi. Risposta secca. Baggio o Del Piero? “Del Piero perchè l'ho visto nascere e crescere”. 

Hai avuto modo di conoscere anche il Di Canio calciatore. Personaggio particolare, vero? Raccontaci un episodio che ricordi. “Ricordo che con lui litigai quando giocammo contro il Benfica a Lisbona, ci fu un episodio in campo dove lui mi incolpava di aver sbagliato ed io viceversa. Nell'intervallo ci beccammo un attimino nel sottopassaggio. Personaggio estroso, estroverso, come lo era in campo. Però all'interno dello spogliatoio ci voleva”. 

Paolo Montero. Un aggettivo per descriverlo. Ci hai mai litigato? “Altruista, non ho avuto modo di litigare con lui perchè bastava uno sguardo per capire tutto, un ragazzo fantastico”. 

Dopo sei anni di Juve il passaggio alla Fiorentina. Guarda un po’ chi ci trovi in panchina…Giovanni Trapattoni. Devi tanto a questo personaggio, vero? “Devo tutto a Trapattoni perchè non so quanti avrebbero avuto il coraggio di prendere un ragazzo dall'Interregionale e portarlo in A, alla Juventus”. 

Lì a Firenze c’era un certo Edmundo. Ce ne hanno raccontate di tutti i colori. Il momento che più ricordi di O’ Animal. “Un ragazzo a modo fino a quando non poteva fare ciò che voleva. Ricordo un episodio, durante una partita di campionato non gli dettero una palla in campo. Si arrabbiò e mi disse che non voleva più giocare. Io dissi, 'Chiedi la sostituzione'. Lui mi rispose 'No, io resto in campo e non gioco più. Resto fermo'.”

Fantastico...”Eh mica tanto, c stavamo giocando il campionato (ride ndr.)”.

Gabriel Omar Batistuta. Quanto era forte? Esistono, al giorno d’oggi, attaccanti come lui? “Come lui non c'è nessuno, lui è unico. Era un giocatore che calciava fortissimo, ne ho visti pochi calciare con così tanta forza e precisione”.

Come fu il tuo rapporto con Fatih Terim che prese il posto di Trapattoni a Firenze? “Bel rapporto, chiaramente con la diversità della lingua si faceva un po' fatica a capirlo. Aveva tanta personalità, è una persona molto schietta. Come persona mi piaceva tanto, in quell'anno arrivavo da un grave infortunio e feci una stagione molto tribolata. Mi diede fiducia e mi faceva lavorare bene con lo staff medico”.

Allo scadere della tua esperienza in viola conoscesti Adriano, giovanissimo. Ti aspettavi facesse questa fine? “Non me lo aspettavo perchè quello che conobbi io era sì giovane, ma con tantissime qualità. Aveva tanta voglia di imparare e dimostrare il suo valore. Non mi aspettavo che avesse un tale declino, aveva tante qualità e poteva diventare uno dei più forti”.

Se dico Napoli cosa ti viene in mente? “Se dici Napoli mi viene in mente la terza in Serie A al San Paolo e marcai Careca. Vincemmo noi, andò benissimo. Il fatto di giocare al San Paolo era tanta roba, c'era la curiosità di vedere certi stadi e poi marcare un grande come Careca non era cosa di tutti i giorni”. 

E se dico scudetto? Chi la spunterà alla fine? “E' ancora prestissimo, le due squadre favorite sono Napoli e Juve come negli ultimi anni. La Juve, come organico, ha qualcosa in più. Ma gli azzurri stanno facendo qualcosa di spettacolare. Sarà un campionato aperto fino alla fine”. 

Vogliamo il tuo pronostico per venerdì. “Non ho mai scommesso, non mi è mai piaciuto farne. Mi auguro che non ci siano polemiche e che sia un bello spettacolo per il calcio”. 

Sai bene che spesso vieni preso di mira dai tifosi del Napoli che, un po' per gufare, un po' per informarsi, seguono Juve Tv. “Sono a contatto con la redazione di Juve Tv e vi assicuro che sono bellissime persone, ma lo sfottò dev'esserci. Altrimenti non si tratterebbe di tifo, ma che rimanga lì”. 

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

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