Sei giorni di fuoco a Dimaro: De Laurentiis e Benitez lanciano un 'ultimatum' a Vargas, ora tocca a Edu non diventare un 'rimpianto'

23.07.2014
15:00
Redazione CalcioNapoli24

di Claudio Russo – twitter: @claudioruss

DIMARO - Saranno sei giorni di fuoco, anche se a Dimaro qualche giorno fa si sono toccate temperature piuttosto basse ed è piovuto. Eppure, da oggi, il ritmo si alzerà fino a diventare infernale. Torneranno i sei nazionali reduci dal Mondiale: i tre svizzeri, Ghoulam, Gargano (che potrebbe allenarsi con Donadel a parte, chissà) ed Edu Vargas. Proprio per quest'ultimo, fino al 29, sarà un continuo esame.

Dovrà guadagnarsi la conferma, per essere il quarto esterno e completare così la batteria con Josè Callejon, Dries Mertens e Lorenzo Insigne. Un quarto esterno praticamente a 'costo zero' per evitare di tornare sul mercato e puntare un giovane da far crescere (M'Poku, ad esempio). Il cileno ha disputato un buonissimo Mondiale, ma i limiti che dovrà necessariamente risolvere, e superare, sono extra-calcistici: si adattò male alla realtà napoletana con Walter Mazzarri, non strinse così tanto con lo spogliatoio e rimase spesso sulle sue.

Dall'incontro di Folgarida sono emerse diverse dichiarazioni sul cileno, da parte di Benitez prima: "E' un giocatore che mi piace molto e mi piaceva già da prima, devo parlare con lui e fargli sentire il calore della gente e vedere cosa farà in campo. Vediamo quel che succede, non è facile per uno che è stato fuori arrivare e recuperare la fiducia, lo aiuteremo sicuramente". E uno.

Poi è stato il turno di De Laurentiis: "Se però l'allenatore non parla con lui e non gli fa capire come giocare, come fa lui a capirlo? Se poi lui è anche introverso tra l'altro come fa a rendere bene? L'allenatore poi non parlava nemmeno la sua lingua tra l'altro. Adesso tornerà con noi qui in ritiro, se Rafa lo vorrà e lo considererà dei nostri ce lo terremo, altrimenti lo venderemo". E due.

Tocca a Edu Vargas, adesso. La palla passa a lui, padrone del suo destino: restare a Napoli, convincere Benitez a dargli una chance, integrarsi nel gruppo. Oppure andar via, ed aggiungere il suo nome alla lista dei 'rimpianti' azzurri mai sbocciati.

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Fonte : di Claudio Russo

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