CLAMOROSO - Bufera Milan, la Procura indaga su Berlusconi: "Soldi riciclati attraverso la Cina per la vendita!"

13.01.2018
09:10
Redazione

E' "bufera" sul Milan come scrive in prima pagina l'edizione odierna de La Stampa, c'è un'inchiesta

E' "bufera" sul Milan come scrive in prima pagina l'edizione odierna de La Stampa, c'è un'inchiesta sulla vendita del Milan ai cinesi: "Il sospetto di una vendita gonfiata: una cifra fuori mercato pagata attraverso canali internazionali. È questa l’ipotesi di lavoro da cui sono partite una serie di verifiche per accertare la reale provenienza del denaro con cui la società rossonera, per 31 anni nelle mani di Silvio Berlusconi, è passata nell’aprile scorso per 740 milioni all’imprenditore cinese Yonghong Li".

MILAN E BERLUSCONI NEI GUAI: ACCUSE DI RICICLAGGIO, LA SITUAZIONE

La procura di Milano dopo mesi di dubbi, inchieste di quotidiani e ombre sulla cessione del club rossonero sta cercando di capire la regolarità di quest'operazione, che secondo le ipotesi investigative è stato un modo per schermare il rientro in Italia di una sostanziosa cifra. Come si legge su La Stampa, in gran segreto, nei giorni scorsi, i pm hanno avviato un’inchiesta che tra le varie ipotesi comporta anche verifiche sul reato di riciclaggio, certamente un problema per Silvio Berlusconi in questo periodo di campagna elettorale.

"Il faro acceso dalla procura vede in prima linea il procuratore aggiunto Fabio de Pasquale. Per sgombrare il campo da equivoci e voci che si rincorrevano, l’estate scorsa era stato l’avvocato storico dell’ex Cavaliere, Niccolò Ghedini, a consegnare in procura i documenti per attestare la regolare provenienza del denaro cinese («lecita provenienza di fondi», l’esatta dizione del documento ufficiale passato al vaglio di esperti di finanza).

Alla base dell’apertura dell’inchiesta avvenuta poche settimane fa, ci sarebbero nuovi documenti che dimostrerebbero esattamente il contrario. Da dove sia partita la svolta, al momento non è ancora chiaro. Una traccia, si deduce, che risalirebbe ai reali flussi di denaro partiti da Hong Kong. Di certo, ci sono elementi nuovi che smentirebbero la regolarità di una bella fetta dell’operazione. Una cifra monstre quella ufficializzata nell’aprile scorso: 740 milioni di euro, pagati in due tranche e con la copertura dei debiti. Monstre perchè fino al passaggio di proprietà, il Milan era reduce da diversi campionati deludenti, campagne acquisti sotto tono rispetto ai suoi standard, continui cambi di allenatori in panchina. Campioni venduti e sostituiti con seconde linee o giovani promesse".

MILAN, DUBBI ANCHE SU YONGHONG LI

Dopo i flop con lo sconosciuto broker thailandese, Bee Taechaubol, e "Mr Bee", il cui nome appare in alcune telefonate, trascorrono pochi mesi e si materializza l’attuale azionista: Yonghong Li:

"Presentazione sontuosa, campagna acquisti che i tifosi rossoneri non ricordavano da anni, e tante promesse sui futuri successi calcistici. Eppure, nel novembre scorso, un’inchiesta del «New York Times», faceva a pezzi la nuova proprietà della squadra milanese. Yonghong Li, risultava «sconosciuto sia in Italia che in Cina». Non solo, secondo l’inchiesta finanziaria dell’autorevole quotidiano della Grande Mela, nemmeno le presunte attività estrattive della Guizhou Fuquan Group - società di riferimento del finanziere cinese-, avrebbero avuto questo lustro che veniva invece trionfalmente annunciato. Li «non risulta nemmeno tra gli uomini cinesi più importanti e ricchi», la sospettosa chiosa".

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