Iezzo: "Sarri è l'arma in più, ma le squadre chiuse gli creano problemi. Chi decisivo? Il nome è soltanto uno!"

12.10.2016
22:00
Redazione

Gennaro Iezzo, ex portiere del Napoli, è intervenuto ai microfoni della trasmissione VG Radio su TMW Radio:

Che gara si aspetta tra Napoli e Roma? "Spero che la gente possa divertirsi, da un lato c'è una squadra come il Napoli che gioca a memoria e dall'altra c'è  la Roma che gioca bene, spero in una grandissima gara e, da tifoso, spero vinca il Napoli".

Chi sarà il giocatore decisivo? "Per il Napoli spero Gabbiadini, deve diventare indispensabile per i partenopei sebbene non sia una prima punta. Ora lo deve fare e assimilare i movimenti. Per la Roma dico Salah. Purtroppo per il Napoli, se parte a campo aperto, è devastante".

Quale mossa tattica può risultare decisiva? "Sono due squadre che quasi si somigliano, il Napoli fa del possesso palla l'arma in più ma ora non ha più Milik che fa salire la squadra e potrebbero andare in difficoltà. La Roma potrebbe punirli in contropiede, credo che queste partite molte volte si risolvano con il calcio piazzato. Il calcio d'angolo, questa potrebbe essere una chiave".

Che ricordi ha di Roma-Napoli 4-4? Può finire in maniera simile? "Una delle partite più brutte della mia vita, ci ho messo anche del mio (ride). Io penso che sarà una partita molto chiusa, il Napoli si muove con un certo sincronismo, un po' meno la Roma che comunque resta forte. Ha qualche problemino in difesa e, se dovesse rimediare a ciò, può dire la sua. Non finirà 4-4, hanno caratteristiche diverse rispetto alle squadre di quella partita".

La Roma come potrebbe contenere tatticamente la furia del Napoli? "Il Napoli va in difficoltà contro squadre chiuse che non lasciano le verticalizzazioni, ha fatto sempre fatica. La Roma è preparata, gioca in poco spazio e parte in contropiede, penso si chiuderà per sfruttare le ripartenze. Il Napoli deve giocare in ampiezza perché ha esterni importanti ma, al di là dei tatticismi, spero sia una bella partita anche fuori dal campo per tutto ciò che è accaduto negli anni precedenti. Le cose che sono successe non fanno bene a queste due piazze importanti, in passato c'era un bellissimo gemellaggio, spero possano riappacificarsi".

È possibile un nuovo gemellaggio? "Sì, c'è sempre il buonsenso da entrambe le parti. È morto Ciro Esposito, spero che la testa delle persone possa cambiare dopo questo fatto, uno che va allo stadio deve andarci per divertirsi, non per fare danni. La mamma di Ciro Esposito è l'emblema di questa immagine, manda sempre un messaggio di pace ovunque vada, spero ci sia un gemellaggio nel nome di Ciro Esposito".

Che idea ha dei portieri giallorossi? È una sana competizione? "Ultimamente è cambiato questo discorso, prima si cercava di far star tranquilli i titolari affiancandoli con un giovane. Una sana competizione fa bene a tutti, Szczesny sta andando forte, ma dall'altra c'è Alisson che ha tutto il futuro davanti. Oggi i portieri devono abituarsi a questa idea".

Lei era in campo in un Cagliari-Roma finito 3-0 per i sardi. I giallorossi mostrarono difficoltà con le piccole in trasferta: ha ancora questi problemi? "È un problema di quelle squadre che non hanno ancora la mentalità per vincere, la Juventus per esempio è avanti sotto questo punto di vista. Napoli e Roma ancora non hanno quella mentalità, la si assimila quando hai giocatori abituati a vincere. Ritornando a quella partita, la Roma aveva Totti-Cassano-Montella e diciamo che ci sono ancora questi problemi. Per cui, Napoli e Roma ancora non possono vincere lo scudetto senza questa mentalità".

Il Napoli è l'anti-Juventus? "Sì, l'arma in più dei partenopei è il gioco che ha portato Sarri, giocano a memoria e possono mettere in difficoltà chiunque. La Roma dal centrocampo in su fa paura a tutti, ha problemi in difesa. Per contrastare questa Juventus non devi sbagliare nulla, hanno una mentalità vincente".

Problema di uomini o di sistema difensivo? "La Roma poteva fare qualcosa in più in difesa, poi sono stati anche frenati dalla mancata qualificazione in Champions League. È più un discorso di giocatori ma anche di mentalità, devi stare sul pezzo per ogni secondo, altrimenti si fanno brutte figure anche con le piccole".

Si aspettava che Totti potesse ancora giocare a 40 anni a questi livelli? "Non me lo aspettavo, mi sembra più in forma adesso che all'epoca in cui giocavamo contro. Questo significa che parte tutto dalla testa, è entrato in una certa mentalità, fatta di allenamenti duri, di sacrifici e a 40 anni è ancora importante per la Roma. Ogni volta che vedo Totti in campo con la Roma è un'altra squadra, lui vede i movimenti dei compagni senza girarsi, sono cose che non si imparano. È uno dei più forti del calcio italiano, è un piacere vederlo in campo".

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