L'avvocato Dini: "Ai diritti tv è è legato un campionato equilibrato: questa frammentazione non è un bene"

10.03.2017
22:10
Redazione

L'avvocato Giulio Dini, direttore sportivo, ha parlato dei diritti televisivi e dei proventi derivanti dai diritti stessi ai microfoni di Tuttomercatoweb: "Ora in Italia siamo in una fase delicatissima. Il tema è centrale e anche il mercato per fare un esempio si lega a doppio filo ai diritti. Ai diritti tv è poi legata anche la possibilità di un campionato equilibrato, che possa avere un maggior interesse commerciale. E che possa magari essere venduto anche all'estero. Il nostro calcio si è probabilmente adagiaot sul fatto che arrivano i milioni televisivi, senza però valutare altri scenari. E tutto questo ha fatto sì che il campionato italiano, tra i maggiori europei, è rimasto fermo.

Il concetto di prodotto da vendere nasce negli anni Novanta ma oggi ci preoccupiamo di come questi diritti devono essere distribuiti e siamo ad un punto nodale. I diritti tv in Italia vedono una distribuzione - siamo intorno ad un miliardo di euro adesso (la Spagna in un paio di anni è arrivata ad un miliardo e mezzo) - così fatta: il 40% degli introiti sono divisi in parti uguali, il 10% in base ai risultati storici dal '46-'47, il 15% in base ai risultati del quinquennio precedente, il 5% in base ai risultati della stagione precedente, il 5% in base alla popolazione residente nel comune della società e il 25% in base al bacino d'utenza che è però un dato dopato visto che non ci sono elementi certi per calcolarlo. Si calcola a grandi linee mentre in altri paesi si calcola in base a quanto vengono seguite le partite in diretta. Questa frammentazione in favore delle società di maggior tradizione ha fatto sì che nel campionato italiano si sia creata una forbice che in altri paesi non esiste".

Notizie Calcio Napoli