Mertens, l'ex compagno di squadra al PSV: "Tutti hanno cambiato idea su di lui in Belgio, non sono sicuro voglia scegliere la Premier. Napoli? Qua si parla solo di rifiuti e camorra"

26.03.2017
12:43
Redazione

La redazione di “Si Gonfia la Rete” ha contattato in esclusiva Stefano Marzo, terzino destro classe ’91 belga di origini italiane attualmente in forza all’Heerenveen, formazione ottava in classifica in Eredivisie, massima serie del calcio olandese. Ex del PSV, Stefano Marzo è stato compagno di squadra di Dries Mertens e Kevin Strootman, oltre che recente avversario, tra gli altri, di Arkadiusz Milik.

Stefano Marzo è un nome tipicamente italiano, eppure tu non parli una sola parola della nostra lingua…
“I miei nonni sono pugliesi: Mio nonno di Santa Maria di Leuca (Lecce) e mia nonna di Acquaviva delle Fonti (Bari). I miei nonni emigrarono in Belgio per lavorare ed io sono nato qui, faccio parte della terza generazione. Sono stato in Italia molte volte, ma poichè mio padre ha sposato una donna olandese a casa mia non si è mai parlato italiano e nonostante mio padre lo parli, io non ho mai imparato. Nonostante questo io mi ritengo italiano e anche quando la nazionale azzurra affronta quella belga o quella olandese, qui a casa tifiamo Italia!”

E di Napoli cosa sai?
“So che Napoli è una bella città e che si trova sull’altra costa rispetto alla mia Puglia. Ma devo essere sincero: le prime due cose che qui associano a questa città sono la presenza della Camorra e la recente emergenza rifiuti, quando le immagini della spazzatura per le strade è arrivata anche qui da noi. So che questo cliché non rispecchia a pieno la verità, ma purtroppo è questo ciò che arriva da noi. Prometto che farò un viaggio da quelle parti per scoprire la verità…”.

E proprio al PSV hai giocato con il nostro Dries Mertens. Che ricordi hai di lui come giocatore e come compagno di squadra?
“Quando iniziai a lavorare con la prima squadra del PSV lui era appena arrivato dall’Utrecht e fu acquistato per una cifra molto importante. Ricordo che si diceva che l’Anderlecht lo aveva mandato via perchè era troppo piccolo e così prima di arrivare al PSV dovette fare un bel po’ di gavetta tra AGOVV e lo stesso Utrecht. Ciò che ricordo di lui come giocatore è che amava partire sempre da sinistra per poi accentrarsi e calciare col destro, in questo mi ricordava Arjen Robben. Non ho avuto molto a che fare con lui fuori dal campo, ma lo ricordo sicuramente come un bravo ragazzo, molto simpatico. Una persona piacevole”.

Ti sorprende questa sua evoluzione in centravanti ed i numeri impressionanti che sta avendo in questa stagione?
“Ho sempre pensato che fosse troppo piccolo per giocare in Italia, soprattutto in quella posizione. Qui in Belgio tutti lo consideravano un giocatore straordinario nel subentrare in corsa e spaccare la partita, ma non uno che potesse partire da titolare con la stessa efficacia. Quest’anno sta dimostrando a tutti di poter giocare anche da numero 9 e che può segnare tantissimi gol sia in Serie A che in Champions League. Tutti gli opinionisti ed i critici qui in Belgio hanno cambiato opinione su di lui dopo questa stagione. Ogni settimana sui giornali leggiamo dei gol che ha fatto, adesso c’è molta più attenzione su di lui e sulle sue prestazioni”.

E quindi adesso è pronto per la Premier..?
“Torniamo sempre allo stesso discorso: non so se a livello fisico la Premier League può essere il campionato giusto per lui. Ma credo che se tu inserisci un buon giocatore in una buona squadra, questo può sempre far bene. Sono certo dunque che se dovesse entrare a far parte di una buona squadra farebbe bene e segnerebbe i suoi gol anche in Inghilterra. Non sono però così sicuro che sia questa la scelta che lui voglia fare e che in Inghilterra sarebbe più felice di quanto lo è in Italia, soprattutto per il clima che è decisamente peggiore. Chissà se questo è un aspetto su cui sta riflettendo…”

Quando eravate compagni di squadra Dries era già impegnato nella sua love story con l’attuale moglie Kate…
“Non ricordo. Come dicevo prima, all’epoca ero un giovane che si affacciava alla prima squadra, non frequentavo molto i calciatori fuori dal campo. Non so nulla di questa storia. Nell’ultimo mese in Beglio si è creato un polverone attorno alla loro storia, si è scritto di tutto anche perchè lei qui è diventata famosa partecipando ad una trasmissione alla TV. Ho letto che la loro storia sarebbe finita e che i due starebbero vivendo separati, ma ripeto, personalmente non ne so nulla”.

Tornando invece al tuo percorso ed al campionato olandese: ti sarà capitato diverse volte di avere come avversario anche un altro azzuro, Arek Milik…
“Sapevo che Milik fosse un buon giocatore, già dai tempi dell’Ajax, ma in Olanda si diceva di lui che fosse troppo discontinuo e che alternasse ottime prestazioni ad altre meno buone. Quando fu acquistato dal Napoli per tutti quei soldi, qui in Olanda ci si chiedeva “ma com’è possibile che abbiano speso così tanto per lui?!”. Credo che adesso Milik abbia dimostrato di potersi esprimere ad altissimi livelli e di essere stato un ottimo acquisto per il Napoli”.


 
 
 

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