Hamsik ritorna nella sua Bratislava: sarà la sfida del cuore per il capitano del Napoli

01.10.2014
13:50
Redazione

Quando dall’urna di Nyon lo Slovan Bratislava fu sorteggiato come avversario del Napoli in Europa League, per Marek Hamsik si aprì lo scrigno dei ricordi. Fu la squadra che lo ingaggio all’età di quindici anni, con la quale vinse i primi titoli giovanili. Il club che gli aprì la strada verso l’Italia, destinazione Brescia. Ma il ricordo più forte e al tempo stesso più dolce di quegli anni fu il sacrificio di papà Richard. Vendette ogni suo avere, l’auto gli fruttò parecchi soldini, per regalare al giovane e promettente Marek l’ occasione della vita. Correva l’anno 2004, da due Hamsik giocava a Bratislava ma non aveva un contratto. E non poteva averlo. Lo Slovan non aveva i soldi per riscattare il suo cartellino, condizione imprescindibile per guadagnare l’aereo che lo avrebbe portat in Italia. Costo dell’operazione sessantamila dollari. Andò così: Maurizio Micheli, all’epoca osservatore del Brescia e oggi dirigente del Napoli, assisteva alla partita tra Slovacchia e Far Oer, nazionale under 17. Notò questo ragazzino dalla cresta già tutta impomatata, lo sguardo timido e i piedi talentuosi. Aveva un procuratore, Venglos, che neanche ricordava di averlo trai suoi assistiti. E quando il Brescia si presentò per avviare concretamente la trattativa, papà Richard Hamsik non esitò. Vendette la sua auto per recuperare quanto più soldi possibili. Tutta la sua famiglia fu pronta ad aiutarlo e quando la somma fu raggiunta, per il ragazzino dai capelli corvini arrivò l’ora di raggiungere il Bel Paese. Allo Slovan lo ricordano tutti, è l’idolo di un club che esibisce, in foto, come un trofeo i sedici gol che segnò durante una sola partita. Hamsik è l’eroe che rientra in Patria, e a Bratislava si consuma l’ evento mediatico dell’anno. Il sito internet del club gli ha reso già gloria pubblicando la sua foto con la maglia azzurra, quell’azzurro che poi sarà nel suo destino. I post con i momenti più importanti di quegli anni. Hamsik è emozionato, giocherà davanti a un pubblico ma così numeroso di parenti ed amici. I biglietti per la sfida di Europa League con il Napoli sono già andati tutti esauriti, un centinaio erano riservati già da tempo a parenti e amici dello slovacco. Rialza la cresta, Hamsik. Torna alle origini con la fascia di capitano del Napoli, con la convinzione che supererà il momento negativo e rientrerà a pieno titolo nella storia dei centrocampisti azzurri. Torna dove aveva vinto da ragazzino e dove aveva esordito, nel 2004, in prima squadra. E’ l’anno in cui Aurelio de Laurentiis acquista il Napoli, lo riacciuffa dal baratro del fallimento. Maurizio Micheli porta Marek in Italia, a Brescia. Settantaquattro presenze e dodici gol in tre anni. Il resto è merito di Pierpaolo Marino, nel 2007 direttore generale del Napoli, che porta a casa il nuovo Gerrard. «Meritamo di più», cantavano i tifosi il giorno della sua presentazione (al fianco di uno spaesato Lavezzi) a Castelvolturno. Oggi, a distanza di sette anni, Marek si è conquistato l’amore, la fiducia e il rispetto di quei tifosi. Mai una parola fuori posto nei confronti di Napoli e del Napoli, nessun segno di insofferenza, solo un leggero sbandamento quando le lusinghe del Milan si fecero pressanti. Poi tante dichiarazioni di amore eterno: «Napoli è il mio presente e anche il mio futuro, vorrei chiudere qui la carriera». I tabloid inglesi lo danno a Liverpool a gennaio, ma lui non si scompone. Domani torna nello stadio che lo ha visto crescere, da uomo simbolo della Slovacchia (ha vinto tre il titolo di sportivo dell’anno), ma in uno dei periodi più difficili e complicati della sua carriera. Ed è pronto a vincere, a rialzare la cresta. Non si scoraggia, Hamsik. Ha la pazienza e la lucidità del campione autentico. Sa aspettare. L’aria di casa gli mette gioia: «Non vedo l’ora di poter giocare lì davanti ad amici e familiari», fu la reazione a caldo dopo il sorteggio di Nyon.

Fonte : Corriere del Mezzogiorno
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