Dalle speranze di Dimaro alla clinica di Vitoria: l'infelice odissea di Michu, tra i rimpianti di Rafa e quel fischiettìo in mixed-zone...

28.11.2014
19:00
Redazione

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

"Sto sempre meglio, l'infortunio l'ho lasciato alle spalle" (Michu, 25 luglio 2014).

"La caviglia risponde bene e non avverto alcun dolore" (Michu, 2 agosto 2014)

Si presentò timidamente, a Dimaro. Macchina con vetri oscurati, in compagnia di Gustavo Canizares e di un altro rappresentante della Bahia Internacional. Foto nello Sport Hotel Rosatti in compagnia di Riccardo Bigon, mentre firmava il contratto che lo sta legando al Napoli. Una conferenza stampa in compagnia di Aurelio De Laurentiis, con la personalità di quest'ultimo che lo relegò quasi in disparte.

LA SFORTUNA CI VEDE BENISSIMO - L'avventura di Michu al Napoli è e sarà ricordata per l'indicibile sfortuna che, non essendo bendata, ci vede benissimo ed, evidentemente, ha finito per puntare l'ex attaccante di Rayo Vallecano e Swansea. 1,25 milioni al club gallese, con un riscatto già fissato a quota 7,5 milioni di euro. Un affare costoso, in prospettiva, ma dal grande potenziale tecnico e tattico perchè Michu, un anno fa, imperversava in Premier League stupendo praticamente tutti.

BILBAO SCATENA TUTTO? - Un infortunio alla caviglia gli fece saltare la doppia sfida al Napoli in Europa League, ma rassicurò tutti sulle condizioni fisiche. Vabbè, si dissero i tifosi, si rimetterà in sesto e potrà essere utile. Così anche il ragionamento di Rafa Benitez, curioso e voglioso di provarlo prima alle spalle di Higuain e poi al suo posto. Se a Dimaro non ci fu l'occasione giusta per via delle condizioni fisiche precarie di Michu, che saltò anche la tourneè americana con lo Swansea, contro l'Athletic Bilbao l'occasione ci fu eccome: al San Paolo, davanti ai propri tifosi, lo spagnolo ha la palla giusta sul dischetto del rigore. Palla sul destro, lui che è mancino. Passaggio a Callejon e occasione sprecata. Mormorii dal pubblico, sguardo un po' nel vuoto da parte di Michu. Può esser stato quello un segnale che le cose non sarebbero andate bene? Considerando che la scaramanzia, a Napoli, conta molto...chissà.

FISCHIETTIO IN MIXED-ZONE - Il dolore alla caviglia che torna, dà fastidio, non permette fluidità nei movimenti e ritarda la condizione fisica ottimale. Il sorriso che non torna, ma che anzi lascia spazio a qualche smorfia. Intanto i minuti non arrivano: 13 con l'Athletic, 82 contro Sparta Praga e Young Boys, 145 contro Genoa, Udinese e Torino. 240 in tutto, per sole sei presenze. Ed una traversa, sfortunata, colpita contro i granata. Poi il dolore prende il sopravvento: tribune e panchine iniziano ad accumularsi. Va via dalla mixed zone spesso da solo, parlando al telefonino oppure fischiettando allegramente (è capitato davvero).

DA DIMARO A VITORIA - Il cerchio, a distanza di tempo, finisce sempre col chiudersi. Da Swansea a Vitoria, passando per Napoli. Da un'operazione ad un'altra, sempre alla caviglia. Artroscopia alla caviglia destra per pulizia di alcuni frammenti ossei e rimozione di un osteofita, e trattamento con pappa piastrinica. Tempi di recupero attorno ai due mesi. Ai quali bisogna aggiungere il periodo necessario per tornare in forma. I sorrisi di Dimaro e le speranze di Michu sono un lontano ricordo. Fino al suo ritorno, pur restando ottimisti, a far da padrone resteranno i rimpianti dello stesso Michu, di Rafa Benitez e dei tifosi del Napoli per non averlo mai potuto vedere al top. Vediamo se, da febbraio in poi, Miguel Pérez Cuesta in arte Michu riuscirà a ritrovare se stesso. A scacciare via l'infelicità.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Notizie Calcio Napoli