Ma che lingua parla Marko Rog?

09.11.2016
19:00
Leonardo Vivard

di Leonardo Vivard - Twitter: @LeonardoVivard

Stadio San Paolo: Napoli-Lazio, 86’ minuto. Il punteggio è di 1-1. Biancocelesti avanti agli azzurri in classifica. Esce Hamsik, per problemi fisici, entra Allan. 

Chi è Marko Rog? Che tipo di lingua parla per non riuscire ad entrare neanche a 4’ minuti dal triplice fischio di una partita che si sta pareggiando in casa con una squadra avanti in classifica? Per chi magari non ne fosse (giustamente) al corrente, il croato è una mezz’ala atipica, tecnica, dotata anche di ottima intensità. Ma vista la sua abilità nel saltare l’uomo e la capacità di inserimento, talvolta è stato schierato anche nel ruolo di trequartista. E viste le sue spiccate qualità offensive, magari 4 minuti più recupero, in una gara che si vuol vincere, si può schierare.

Si brucia? Due sono le ipotesi: o è di paglia, oppure il pubblico sarebbe così ingenuo da fischiare un ragazzo classe ’95 che esordisce al San Paolo per qualche minuto. Nessuna delle due sembra essere plausibile.

Non conosce l’italiano? Cominciamo a farlo parlare con i piedi, almeno quelli parlano una lingua universale. Quanto può influire un fattore del genere sull’economia di una partita per così poco tempo a disposizione? Quantomeno romperebbe il ghiaccio, vivrebbe il suo primo approccio con avversari e stadio. 

Laddove finiscono gli schemi, laddove non arriva il lavoro tecnico-tattico eccezionale che l’allenatore svolge, ci vuole il colpo di genio. Il talento associato ad un pizzico di fortuna che ti risolve la gara, che magari ti rimette un campionato in discesa. Se la fortuna non ti assiste, cercala, spronala, stuzzicala. 

Ciò detto, nulla pro o contro l’inserimento di Allan a gara in corso. Ma un classico recuperapalloni, una mezz’ala che lavora palla al piede a testa bassa, a difesa schierata, cosa può combinare? La dea bendata non aiuta, ma è pur vero che assiste gli audaci. E poi, parliamo di Rog. Uno che a 21 anni entra nella Croazia e gioca accanto a gente come Modric, Rakitic, Kovacic e compagnia... Non suonatori di banda della domenica.

Ed El Kaddouri per Callejon? Trequartista centrale (dunque fuori ruolo), mai al centro del progetto di Sarri. In scadenza di contratto. Dobbiamo continuare? Abbiamo passato mesi a chiederci perché Gabbiadini dovesse giocare prima punta e non esterno come con Benitez. Lo stesso Sarri ha ribadito più volte che l’ex Samp in quel vecchio ruolo facesse fatica. E perché questo ragionamento non dovrebbe valere anche per El Kaddouri? Giusto per far riaffiorare qualche ricordo, il marocchino nel biennio Benitez fu impegnato centralmente dietro la punta nel 4-2-3-1. E per guardare anche in casa di altri, a Torino fece benissimo nel 3-5-2 a sostengo di Ciro Immobile. 

Ma soprattutto: che fine ha fatto Giacc? Preso come vice Callejon, esterno adattabile anche a mezz’ala, con grande corsa. Acquistato con l'obiettivo di far rifiatare lo spagnolo che, fino a qui, non ne ha saltata mezza. Come ciliegina viene utilizzato El Kaddouri che nei piani dell’allenatore non c’è mai stato.

Abbiamo snocciolato qualche domanda in più perché di tanto in tanto ne resta qualcuna arretrata. Magari, la prossima volta, le faremo in conferenza stampa. Qualora il Napoli decidesse di tenerne anche in caso di sconfitta o pareggio sul campo… 

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