Sarri, la rivoluzione rischia di perdere uomini

01.03.2016
13:00
Claudio Russo

Per quindici volte su ventisette partite di campionato, Maurizio Sarri ha schierato la stessa formazione titolare. I risultati, finora, gli hanno dato ragione: ha utilizzato un certo numero di uomini in campionato, un altro numero in Europa League dove, dopo un girone eliminatorio da record, gli azzurri sono purtroppo usciti contro il Villarreal. Ad inizio campionato Sarri si lasciò andare ad una battuta, nemmeno tanto tale, prima di Napoli-Midtjylland: "Con diciotto persone si può fare un colpo di Stato e prendere il potere. Li ritengo più che sufficienti".

Dando uno sguardo al mese di febbraio appena passato, e alle sette partite giocate dal Napoli, questo gruppo di rivoluzionari in grado di poter fare un colpo di stato sembra essersi ridotto notevolmente: in porta Reina ha giustamente relegato Gabriel al ruolo di secondo, collezionando 630 minuti totali (dati Transfermarkt); in difesa Kalidou Koulibaly ha saltato soltanto il ritorno con il Villarreal con 560', così come Albiol mentre Chiriches si è dovuto accontentare di 180 minuti in Europa League mentre in campionato non vede il campo dal 16 gennaio. Per quanto riguarda i terzini, invece: 540 minuti per Hysaj, a secco con la Lazio per squalifica; 360 minuti per Ghoulam che ha saltato il Villarreal ed è rimasto in panchina con la Lazio; 244' per Strinic che in campionato non gioca da un mese; soltanto 116' per Maggio ormai relegato al ruolo del comprimario che si deve accontentare delle briciole lasciategli da Hysaj.

A centrocampo il trio formato da Hamsik-Jorginho-Allan è inamovibile: lo slovacco è uscito anzitempo soltanto in un match, peraltro al termine, e ha collezionato 629 minuti in campo; 375 minuti per l'italo-brasiliano, stoppato in due occasioni da influenza e squalifica, 344' per Allan out al ritorno con il Villarreal e contro la Lazio per squalifica. Il resto? Nathaniel Chalobah è scomparso con il suo unico minuto contro la Lazio, Mirko Valdifiori ha compensato l'assenza di Jorginho con 255 minuti (165 in Europa League), mentre David López, visto il recente rientro di Grassi in gruppo, ha messo assieme 275 minuti grazie ai 23 minuti di ieri, i primi in campionato dopo 26 giorni.

In attacco la fa ovviamente da padrone Gonzalo Higuain, con 535 minuti totalizzati nel mese di febbraio; giusto 23 in più di Lorenzo Insigne, a quota 512, e ben 78 giri di lancette superiori al minutaggio complessivo di José Callejon (457') che, dal 10 dicembre in poi, è sempre partito titolare nelle 12 partite successive. Si è dovuto accontentare delle briciole Dries Mertens, 180 minuti in Europa ma solo 104 nelle ultime cinque di campionato; disperso ormai Gabbiadini che, togliendo i 67' giocati nell'andata con il Villarreal, ne ha messi assieme altri 51 in sei scampoli di match: in campionato Manolo ha totalizzato 91 minuti, il tempo di un match regolamentare, dall'8 novembre ad oggi (con quattro partite saltate per infortunio). I 7 minuti (esatto, sette) di El Kaddouri completano il resto.

Aurelio De Laurentiis la scorsa settimana ha dichiarato: "Ora Sarri si trova dei giocatori in esubero che dovrebbero accompagnarlo fino alla fine in maniera molto importante, può scegliere". Guardando i minutaggi, è possibile inquadrare tra gli esuberi ragazzi di qualità come Chiriches, Maggio, Chalobah, Gabbiadini, El Kaddouri. Forse anche Valdifiori, al limite. In più un Grassi del quale stabilire il ruolo da qui fino a fine stagione. A quel punto il manipolo di rivoluzionari pronti ad assaltare il campionato e la Juventus non sarebbe più formato da 18 uomini (di cui non faceva evidentemente parte Chalobah, che sarebbe il diciannovesimo), ma soltanto da quattordici: Reina; Hysaj, Koulibaly, Albiol, Ghoulam, Strinic; Allan, Jorginho, Hamsik, David López; Callejon, Higuain, Insigne, Mertens. Sicuro che bastino, in nome delle rotazioni corte e di una fiducia che, leggendo i numeri, non sembra essere totale almeno in campionato?

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