Soliti cambi, l'Ave Maria finale e l'inconcepibile turnover: le mosse senza senso di Sarri

29.11.2016
11:00
Leonardo Vivard

di Leonardo Vivard - Twitter: @LeonardoVivard

E’ la somma che fa il totale, diceva Totò. Adesso i punti sono 25, non tanti. Anzi… 
Di certo non è plausibile attribuire tutti i meriti del caso a Maurizio Sarri quando le cose vanno bene e appellarsi a sfortuna e compagnia cantante quando l'evidenza empirica invece è avversa. Siamo nel 2016 e vogliamo sperare che si consideri la dea bendata il giusto (cioè poco…). Al tecnico tutti gli onori del caso, ma ultimamente ci sono alcune scelte che possiamo ritenere quantomeno discutibili. Non ultima, la gara con il Sassuolo.

Partendo dalla sostituzione di Gabbiadini, se questo ragazzo deve ritrovare fiducia non può farlo solo sperando che il pubblico lo applauda ad ogni cambio. Stiamo cominciando ad entrare in un terreno scivoloso: quello in cui i tifosi devono sopperire a delle superficialità del tecnico. 

Sul 2-0, ha dichiarato l’allenatore, avrebbe inserito Marko Rog. Partendo dal presupposto che la rete del pareggio è arrivata all’82’, e anche qui qualche dubbio potremmo sollevarlo sul minutaggio e l’utilità di un cambio del genere.
Ma una puntualizzazione va fatta sulla mancanza di mezze misure. Perché da un po’ di tempo a questa parte, sembra quasi che i giocatori o le debbano giocare tutte, o non debbano nemmeno entrare in campo.

Un nome a caso (ma non del tutto) quello di Marek Hamsik. Ha collezionato 1528 minuti, per un totale di 19 presenze. Ne ha saltata solo una, questo non vuol dire che stia avendo uno scarso rendimento. Ma ovviamente, come è facilmente pronosticabile, arrivato all’ora di gioco, cala d’intensità. Con il Sassuolo, nella ripresa, era evidente che avesse finito la benzina. Ma un po’ per testardaggine e un po’ per rinomata mancanza di duttilità, al suo posto non è entrato nessuno. Ha giocato ancora per 90 minuti. E adesso? Che Hamsik si ritroverà Sarri con l’Inter ed il Benfica? Due gare decisive in cui il tecnico avrebbe potuto utilizzare il suo centrocampista più forte tirato a lucido se gestito meglio. E invece se lo ritrova sempre sul pezzo, ma con un minutaggio a disposizione inferiore nelle gambe.

Chi gioca troppo e chi troppo poco… Scavalchiamo il capitolo Rog, divenuto talvolta anche monotono (!). Ma alcuni elementi in rosa non possono comparire in campo dopo mesi. I 157 minuti prima di ieri di Ivan Strinic sono un esempio lampante di come le responsabilità siano ripartite: tra il giocatore, che non si fa trovare pronto all’appuntamento, e il tecnico che concede occasioni con il contagocce che non aiutano a rodare. 

Maksimovic, un difensore che molti pensavano fosse il nuovo Franco Baresi in relazione ai due anni di trattativa con il Torino. Invece siede spesso in panchina, anche quando Albiol è comodo in tribuna. Quello non è solo un danno in termini tecnici. Ma anche un evidente segnale di come le visioni di allenatore e presidente siano agli antipodi. I 25 milioni sborsati rappresentano manifesta volontà di De Laurentiis di porre il calciatore al centro di un progetto futuro. Cosa che Sarri tarda ad applicare…

Non ultimo Tonelli, anche in questo caso andrebbero sciolti un paio di interrogativi. Un difensore che viene ritenuto pronto per partecipare agli stage con la Nazionale, ma che fa segnare ancora 0 nella casella dei minuti giocati.

La mossa della disperazione: Giaccherini all’86’. Per chi magari si fosse perso qualche numero, l’ex Juventus ha accumulato fino ad oggi 80’ minuti totali tra campionato e Champions (compreso gli spiccioli con il Sassuolo). Schierarlo come carta vincente sembra più un’ Ave Maria che una strategia…

Per tirare le somme, siamo di fronte ad una squadra che è bella, ma non balla. Se il Napoli non è a lottare con la Juventus in testa alla classifica, la colpa non è di Sarri. Se la stessa squadra si trova al settimo posto, la responsabilità è soprattutto sua...

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