Il secondo posto del Napoli è anche una lezione per la città

23.05.2016
01:30
Redazione

Dallo speciale "Napoli Champions" de Il Roma: "Dopo avere letto in questi giorni di tutto e di più sul Napoli europeo, consentitemi di aprire il mio intervento con un apprezzamento e un auspicio: bene, bravi, tris! Cioè, la prossima volta, vogliamo la conquista del terzo scudetto. È questo l’augurio che faccio nel partecipare alla festa per un traguardo, che ci proietta dalla porta principale, senza preliminari, nel gotha del calcio internazionale, quello che conta, cui tutti ambiscono per un salto di qualità. Questa vittoria, però, non può esaurirsi con una passeggera, per quanto immensa, soddisfazione, ma ci invita a fare delle riflessioni di più ampio respiro. Essa appartiene alla società, al presidente de Laurentiis, all’allenatore Sarri , al team tecnico, ai giocatori, ai tifosi: è il risultato, è il caso dirlo, di squadra, di una sinergia che viene da lontano, costruita con pazienza. Ma diremmo poco sulla sua importanza, se non aggiungessimo come è nata e maturata l’impresa, frutto di un convincimento, di un’ autostima individuale e collettiva, raggiunta nel corso di questi anni con apporti continui, errori anche, l’accettazione di regole precise e di obiettivi mai persi di vista anche nei momenti più difficili. Non dimentichiamo che il Napoli ha conquistato il platonico titolo d’inverno ed ha lottato fino in fondo, o quasi, per lo scudetto contro una Juve da record di vittorie. Tre elementi: autostima, regole e valori che, nella costruzione di Casa Napoli, significano rispettivamente la base di questo edificio, le colonne portanti e infine il tetto. A tutto questo naturalmente va aggiunto, in un ruolo trascinante e senza pari, il pubblico di Napoli, come sempre ineguagliabile, per il quale gli azzurri non costituiscono solo un tifo ma sono parte essenziale di una passione sportiva, che vuol dire orgoglio, fierezza di una storia scritta da grandi campioni, da episodi esaltanti, da pagine gloriose. A differenza di altri club, in cui i campioni, pur amati, spesso, passato il momento di popolarità, vengono dimenticati, qui restano per sempre nel cuore dei tifosi. Da Sallustro a Vinicio, a Pesaola, a Maradona, a Careca, a Cavani, a Lavezzi per finire ad Higuaìn ed Hamsik. È vero, è difficile anche fare il tifoso in questa città, dove per ottenere qualsiasi cosa occorre fare sempre di più che altrove. Dirlo non è un fatto retorico o la solita lamentazione vittimistica per accrescere il valore di una vittoria ma significa raccontare, attraverso il raggiungimento di questo traguardo, che anche sugli altri fronti Napoli può vincere, può raggiungere positivi traguardi. Sempre in questi giorni, molti opinionisti italiani e stranieri, commentando l’esaltante spettacolo del Napoli di Sarri, si sono chiesti come mai una città che esprime un calcio moderno, piacevole, che fa gola a molte altri grandi club, poi nel sociale, è penalizzata cosi manifestamente con risultati magri nei campi dello sviluppo, della crescita e della costruttività. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo perché da noi purtroppo c’è un individualismo, che si illude di risolvere tutto e che non facendo squadra spesso fallisce. La riprova che non può essere più così, viene anche dalla positiva figura di un fuoriclasse come Higuaìn, che ha potuto esprimere al meglio e per intero la sua elevata classe, grazie al gioco di squadra. Ben venga nella nostra città questo esempio di efficienza e di eccellenza, insegnando ai nostri politici, una volta per tutte, che solo se si fa squadra e ci si spoglia degli egoismi del potere è possibile rifondare dalla base la nostra società e raggiungere un vero riscatto. Speriamo che tale insegnamento faccia scuola alla vigilia del voto amministrativo del 5 giugno".

Fonte : Antonio Sasso per Il Roma
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