L’Antimafia convoca il calcio: sotto esame legami con la criminalità, bagarinaggio e riciclaggio

28.01.2017
06:15
Redazione

«Il presidente della Juventus Andrea Agnelli sarà ascoltato entro febbraio dalla procura federale». L’ex prefetto di Roma, ora procuratore della Federcalcio Giuseppe Pecoraro, sta organizzando in queste ore il calendario delle audizioni legate all’inchiesta conclusa dalla procura di Torino sui presunti rapporti fra tesserati della società bianconera ed esponenti della ‘ndrangheta infiltrati nei gruppi di tifosi dello Juventus Stadium, sia per la gestione dei biglietti sia per intercedere con i settori più estremi degli ultrà. Come scrive Il Corriere della Sera: "Una vicenda che è destinata ad allargarsi: la Commissione antimafia vuole infatti ricostruire in due mesi l’intera rete di relazioni fra società calcistiche e criminalità organizzata sul territorio nazionale. Si comincerà ascoltando i procuratori di Torino, Napoli e Catania, si proseguirà con lo stesso Pecoraro e con il suo predecessore Stefano Palazzi. È probabile che saranno sentiti i vertici del calcio italiano — dalla Figc spiegano tuttavia di «non aver ricevuto alcuna comunicazione al riguardo» —, ma il comitato creato all’interno della Commissione, presieduto da Marco Di Lello (Pd), convocherà sicuramente quelli della Juventus — non è escluso l’ad Giuseppe Marotta — e di altre società. Si parla di Crotone, Latina, Catania, e di molte società di Lega Pro e dei campionati dilettanti. «Noi sentiremo invece solo i tesserati della Juventus — conferma il procuratore Pecoraro —, per il momento non è necessario convocare le altre persone coinvolte, esterne alla società: alcune di queste sono anche in carcere. Entro un mese faremo le nostre valutazioni». Gli accertamenti che svolgerà la Commissione antimafia riguarderanno non solo le attività opache nella distribuzione di biglietti alle tifoserie, ma anche operazioni di riciclaggio di denaro sporco e altri scambi di favori fra società e alcune frange ultrà legate ad associazioni criminali. Contatti che in passato sono venuti più volte alla luce, anche a Roma. «Il quadro è preoccupante», ammette Di Lello".

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