Torino, il racconto dei presenti: "Non voglio morire", intanto il giovane con lo zainetto: "Non ho fatto niente, ora temo per il mio lavoro"

05.06.2017
10:50
Redazione
Un’immagine ripresa dalle telecamere sul palco stampa mostra un giovane a torso nudo che si aggira in piazza San Carlo con uno zainetto in spalla, con movenze simili a quelle di un potenziale kamikaze. Poco dopo, la gente si allontana spinta da una forza centrifuga dettata dalla paura. Il giovane, Davide, identificato sabato notte, è stato interrogato a lungo insieme alla fidanzata e all’amico con il quale è arrivato dalla Lombardia. Nessuno è stato denunciato. Lui assicura: “Non ho fatto niente, ora temo per il mio lavoro”. Alle quattro di notte il giovane, è già in questura, identificato dagli investigatori della Digos. Era arrivato a Torino dalla Lombardia assieme a un altro ragazzo. Tutti e due sono stati sentiti a lungo dal pm Antonio Rinaudo che, come precisato dal procuratore capo, Armando Spataro, ha aperto un fascicolo, ma senza ipotesi di reato: «Dobbiamo prima chiarire bene la dinamica dei fatti» spiega. In una pausa scendono in strada: «Non ho fatto niente», dice lui. Lei è preoccupata: «Lo accusano di aver provocato 1500 feriti». E lui incalza: «Adesso rischio pure il lavoro». Un volo di oltre tre metri farà i feriti più gravi della serata. «Non voglio morire», si sente urlare. Un bambino cinese di sette anni è calpestato. Un uomo si nasconde sotto il palco dei giornalisti e abbraccia tre bambini: cerca di avvolgerli in un telone nel disperato tentativo di nasconderli chissà da chi. Un altro padre si aggira con gli occhi sbarrati: «Mio figlio ha 8 anni, non so più dov’è». Non appena la piazza inizia a svuotarsi quello che si apre alla vista è un tappeto verde di cocci di bottiglia, puzzolente di vino e di birra, che scricchiola sotto i piedi. «Alcune ore prima del fischio d’inizio la piazza è stata invasa dai venditori di birre abusivi, con le bottiglie di vetro», racconta un tifoso che era in piazza e conosce bene le dinamiche di curva. Lo riporta l'edizione nazionale de La Repubblica.
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