IL GIORNO DOPO la ventinovesima giornata... il drammatico 0-1 col Perugia, il segnale con Milik e Re Raul

19.03.2018
12:00
Redazione

Il giorno dopo la ventinovesima giornata. L’anticipo del sabato regala la prima gioia ai tifosi del Napoli. Una coriacea Spal, sapientemente guidata da Semplici,

Il giorno dopo la ventinovesima giornata. L’anticipo del sabato regala la prima gioia ai tifosi del Napoli. Una coriacea Spal, sapientemente guidata da
Semplici, non si lascerà intimorire dai 50 punti di differenza in classifica dalla Juventus e disputerà una gara attenta e anche propositiva nelle prime
battute. Per gli uomini di Allegri, la solita partita: ritmo lento e poca aggressività in attesa della giocata del singolo o della “svista” arbitrale che questa volta non arriverà. Nei minuti finali, Spal arroccata a difendere il prezioso e prestigioso risultato aiutata in questo dai tanti tifosi del Napoli che con il pensiero hanno difeso anche loro. Al triplice fischio, sospiro di sollievo e tanti tifosi napoletani con qualche chilo in meno e qualche battito cardiaco in
più.

Il giorno dopo la ventinovesima giornata. Per il Napoli, contro il Genoa, l’occasione per accorciare in classifica. Malgrado le dichiarazioni di facciata, l’ansia di dover fare risultato a tutti i costi, nitida traspare dai volti dei giocatori azzurri. Gambe e testa non girano come dovrebbero. Tanta imprecisione e spesso la scelta sbagliata della giocata impediranno agli azzurri di sbloccarla nella prima frazione. Il resto lo faranno la sfortunata deviazione sul palo di
Insigne, un goal dai sei metri che si divorerà Allan e l’incomprensibile scelta di Mertens che tra il servire Callejon libero sulla linea di porta o l’accorrente
Insigne a rimorchio, sceglierà la soluzione personale tra lo sgomento generale. 

Il giorno dopo la ventinovesima giornata. Nella ripresa, l’ansia sale alimentata anche dal trascorrere del tempo e quando Mertens centrerà il palo
con un tiro dalla distanza, antichi fantasmi inizieranno ad aleggiare sull’impianto di Fuorigrotta. Tra questi, quello di un “drammatico” Napoli – Perugia 0 – 1. In quell’occasione, fu praticamente gettata alle ortiche l’occasione per lottare fino all’ultimo per lo scudetto contro una formazione già retrocessa. Anche in quella partita i legni e le imprecisioni degli avanti azzurri furono determinanti. 

Il giorno dopo la ventinovesima giornata. I minuti passano veloci e il Napoli non riesce a sbloccarla. Il Genoa, guidato da Ballardini con un look antico quanto il suo calcio, si difende con tutti gli effettivi. Le fasce non sono  sfruttate a dovere. Sull’out destro ad Hysaj manca la tecnica per affondare,
sul lato opposto Mario Rui non trova lo spunto. Zielinski è impreciso dalla distanza. I tagli degli avanti azzurri alle spalle della difesa non sono premiati
da Jorginho che preferisce di sovente l’appoggio corto. Allan spesso si mette in proprio e finisce per sbattere contro il muro rossoblu. Sarri intuisce che la
serata potrebbe trasformarsi in un incubo e a venti minuti dalla fine prepara l’ingresso di Milik. Il polacco sveste la tuta. La lavagna luminosa per la
sostituzione è già pronta. Corner per il Napoli, l’occasione e il tempo di effettuare la sostituzione ci sarebbe. Si decide di aspettare. Forse anche questo è un segnale.

Il giorno dopo la ventinovesima giornata. Dalla bandierina calcia Callejon. Sul primo palo svetta Re Raul Albiol. L’inzuccata è di quelle che disegnano parabole imprendibili per qualsiasi portiere. Il pallone si alza e finisce la sua corsa sul secondo palo. Torna al goal dopo due anni lo spagnolo e anche questo potrebbe essere un segnale. Lo stadio esplode e prende a cantare: ”Abbiamo un sogno nel cuore“. Il sogno del San Paolo è il sogno di un intero popolo che da ieri sera ha ripreso a crederci con più convinzione. Dopo il vantaggio, il cronometro che sul risultato di parità sembrava correre veloce verso la fine di ogni speranza ed illusione, sembrerà fermarsi. Gli ultimi minuti lo stadio e la città li vivranno in apnea. Al triplice fischio l’urlo di liberazione. La vetta è più vicina e le coronarie salve malgrado siano state messe ancora una volta a dura prova. Sostenere questi colori sta diventando una “faticaccia” ma ne vale la pena, eccome se ne vale la pena.

Stefano Napolitano

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