IL GIORNO DOPO Napoli-Juventus... le parate illegali, le prime luci dell'alba ed il sacrificio per essere sconfitti

02.12.2017
13:00
Redazione

Il giorno dopo Napoli – Juventus. Finisce come non doveva finire. Per gli azzurri prima sconfitta stagionale. Proprio nella gara più attesa, più importante. Molle l’approccio alla gara. Forse la stanchezza, forse l’importanza della posta in palio. Certamente non è stato il solito inizio del Napoli. Poi, il patatrac. Insigne perde palla ad 80 metri dalla porta, con sette uomini sopra la linea della palla. Micidiale ripartenza e bianconeri avanti. Il vantaggio permetterà ad Allegri di disputare la gara che magari aveva sognato di giocare per l’intera settimana: tutti dietro la linea del pallone. Un’ora e passa per recuperare, non basterà. La manovra ricercata fino all’esasperazione finirà per sbattere sul muro di maglie gialle. Così come accadde a Verona contro il Chievo. Erano gialle anche quelle maglie. E anche quelle fecero muro intorno ai propri sedici metri.

Il giorno dopo Napoli – Juventus. La reazione degli azzurri sarà tutta in un colpo di testa di Insigne che troverà Buffon ben piazzato sulla linea di porta. Poi, solo uno sterile possesso palla. Troppi errori negli appoggi, anche semplici. Da Jorginho ad Hysaj, da Albiol ad Allan. Fuori partita in tanti. Hamsik e Callejon su tutti.

Il giorno dopo Napoli – Juventus. Nella ripresa gli uomini di Sarri ci proveranno con maggior convinzione. Hamsik si abbasserà per giocare più palloni e anche per provare il lungo che non è nelle corde di Jorginho. L’italo brasiliano scomparirà nella ripresa. Resterà in campo fino alla fine malgrado sia in palese debito d’ossigeno come molti suoi compagni. Insigne continuerà a calciare verso la porta ogni pallone che gli transita tra i piedi. Anche di sinistro. Quel diagonale con Hamsik quasi sulla linea grida ancora vendetta. Uscirà stremato. Allan continuerà a recuperare una quantità industriale di palloni. Peccato che poi in più occasioni, sbagli la qualità dell’appoggio. Ma ci può stare, corre tantissimo. Mertens non la vedrà quasi mai chiuso nella morsa dei due centrali “giallo Chievo”. Stanchissimo Callejon. E non da ieri. Forse tardivi gli ingressi di Zielinski e Ounas. Mario Rui ha piede e si vede. Ma l’assenza di Ghoulam sulla fascia di competenza, pare stia finendo per condizionare anche il rendimento di Hamsik e Insigne. L’impressione che si è avuta, è che si sarebbe potuto giocare fino alle prime luci dell’alba e il Napoli la via della rete non l’avrebbe trovata.

Il giorno dopo Napoli – Juventus. Qualcosa andava cambiato in corsa. Sugli esterni, le uniche zone lasciate libere dai “gialli”, andavano dirottati due giocatori rapidi e capaci di puntare e saltare l’uomo. Magari proprio Mertens, con lo spostamento di Callejon al centro, e Ounas. Ma non certo a piedi invertiti. Contro le muraglie, la velocità è tutto. E il fermarsi per convergere aiuta solo la difesa che può “salire e scendere” ed è facilitata nei raddoppi. Alle volte possono bastare piccoli accorgimenti per mandare in crisi una difesa che ha preso le misure su tutto e tutti.

Il giorno dopo Napoli – Juventus. Racconta anche di un Reina autore di due parate “illegali”. Di un Napoli che comunque resta primo e che su 45 punti a disposizione, ne ha presi 37. Tutti avrebbero firmato ad inizio stagione per un simile rendimento. C’è da augurarsi che questa sconfitta non lasci strascichi mentali, sarebbe un peccato. Anche perché una squadra, un ambiente che puntano ad arrivare fino in fondo, non possono certo farsi condizionare da una sconfitta, se pur “pesante”. E resta anche la soddisfazione di aver costretto la Juventus a giocare con Dybala mediano e Douglas Costa terzino. Perché per superare questo Napoli, imbattuto da nove mesi, occorre tanto, ma tanto sacrificio.

Stefano Napolitano

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