Pelillo... nell'uovo - AAA credibilità cercasi...

12.03.2017
10:00
Redazione

Il calcio italiano ha un serio problema di credibilità. Senza entrare troppo nel merito degli episodi ma scattando una foto esterna, ci si accorge che gli errori che decidono i risultati si ripetono nel tempo. Nelle ultime settimane sono uscite da Torino ben tre squadre deluse dagli errori arbitrali. Inter, Milan e Napoli. Polemiche ci sono state anche verso la fine dello scorso torneo nel derby di Torino. Senza troppi giri di parole, è evidente che, come dice Sarri, o sono tutti pazzi o ci sono stati degli errori.

Il sistema calcio, invece di preoccuparsi solo del modo per spremere in maniera ulteriore le tasche dei tifosi (fatturati), dovrebbe adottare delle misure per restituire credibilità al tutto. Altrimenti si dica ufficialmente che il calcio è solo un business e lo si inserisca nell'orbita del Ministero dell'economia. Se non si interviene con provvedimenti tesi a restituire credibilità al calcio, non ha più senso il legame con il Coni. E se è davvero soltanto un fatto economico anche rilevante in termini di fatturati e reddito, è necessario creare un'agenzia ad hoc che vigili sulla regolarità e trasparenza come nel caso delle comunicazioni, della concorrenza e mercato, delle entrate. Perché ormai il calcio si è ridotto ad entrate, fatturati, mercato.

Basterebbe ben poco, invece, per restituire credibilità. Poche mosse precise orientate alla trasparenza nel segno del recupero della credibilità attraverso atti tesi ad eliminare condizionamenti.

- Divieto di ogni forma di sponsorizzazione della classe arbitrale.

- Marchio Figc sulle etichette di tutto il materiale tecnico in dotazione agli arbitri.

- Codice certo di sanzioni sospensive dell'attività arbitrale per effetto di errori scientificamente approvati da un pool di ex arbitri, scelti a sorteggio di volta in volta in tutti i paesi Ue.

- Diretta live sui portali istituzionali sportivi e calcistici dei sorteggi e della camera riunita del pool per deliberare sugli errori.

- Arbitri sorteggiati dall'Uefa dai vari campionati Ue con divieto di arbitraggio nel campionato corrispondente al paese di origine, nascita, residenza.

- Divieto di sponsorizzazione della Nazionale di calcio di società collegate in maniera diretta o indiretta ai club partecipanti.

- Divieto di concessione in prestito di tesserati da una squadra all'altra, partecipanti allo stesso torneo.

Questi sono alcuni esempi di provvedimenti attuabili, tesi a migliorare il movimento calcistico e assimilarlo sempre più a qualsiasi altra attività economica con le sue regole rigide. A rendere necessaria un'operazione di recupero della credibilità è l'esperienza. Calciopoli è storia, sono state comminate sanzioni e nessuno può cancellarne la memoria... Vedremo...

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Fonte : di Marcello Pelillo per CalcioNapoli24
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