Pelillo... nell'uovo - E il San Paolo applaude anche se Dybala ne fa cinque...

04.03.2018
10:00
Redazione

È stato un sabato italiano sicuramente, ma non di certo uno qualunque. Si è detto e scritto a lungo nei rotocalchi sportivi e in ogni angolo

È stato un sabato italiano sicuramente, ma non di certo uno qualunque. Si è detto e scritto a lungo nei rotocalchi sportivi e in ogni angolo del paese dove si mastica pane e pallone, che il crocevia delle romane avrebbe potuto dire tanto per la lotta scudetto. Un sabato di passione per tifosi partenopei e sabaudi, che ha visto esultare i secondi e applaudire i primi, ma non per la vittoria. Dybala ne fa uno che vale per cinque e stende due squadre con un solo tiro e a soli trenta secondi dalla fine. Perché il Napoli visto contro la Roma, senza voler togliere i meriti al gruppo dell'ottimo Di Francesco, era il lontano parente di quello solito, quello di sempre da oltre un anno a questa parte. L'ennesima vittoria bianconera di misura, nel recupero, e con un rigore non assegnato senza visionare il Var, ha condizionato gli uomini di Sarri mostrandone l'unico limite: la mentalità. Un Napoli contratto, impreciso nei passaggi, impallato con un solo lottatore: Insigne. Si è detto e scritto che contro una Juve con una rosa forte, abituata a vincere in Italia, agevolata dalla sudditanza, serve soprattutto testa. Per battere il potere bisogna essere più forti di tutto nella mente, riuscire a caricarsi dinanzi alle avversità. Farsi segare le gambe dal gol di Dybala allo scadere è stato un passo falso che può essere determinante, ma non decisivo. Una squadra che guida il campionato da mesi non può farsi condizionare psicologicamente dal risultato dell'avversaria a marzo. C'è ancora il tempo e la possibilità di vincerle tutte, se la lezione di ieri è servita. Lo sport aiuta a tirare fuori il carattere perché insegna a dover reagire dinanzi agli intoppi, non a farsi affossare. E giustificare il contraccolpo degli azzurri è da perdenti. È pur vero che non è umano dover vincere tutte le gare, ma questa considerazione va in secondo piano se si perde in quel modo. Il Napoli ha un'arma, l'unica che può usare a questo punto in cui vede i sabaudi in vantaggio nella lotta scudetto; riprendere la marcia per andare poi a Torino giocando senza nulla da perdere. Essere in lotta con una Juve che le vince tutte da sei anni, è già un risultato superiore a quelli che sono i valori del Napoli, a partire dalla società, ben diversi da quelli sabaudi. Lo scudetto può perderlo solo la Juve per rosa, voglia di vincere del club, potere e il Napoli non ha alcun motivo di farsi tremare le gambe. Un concetto che la meravigliosa platea di Napoli ha saputo capire e trasferire alla squadra con un applauso finale di classe e sportività... Vedremo...

Fonte : di Marcello Pelillo per CalcioNapoli24
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