Pelillo... nell'uovo - Napoli, 'o guaglione da Signora...

03.12.2017
12:00
Redazione

La sconfitta contro la Juventus è stata un buon test, come detto anche Max Allegri. Certe sfide non sono decisive se avvengono a mesi di distanza dalla fine, ma svelano i limiti, temporanei o strutturali delle contendenti. Un primo punto da osservare è lo stato di forma. Il Napoli ci è arrivato con l'attacco spuntato. Poco brillanti Callejon e Mertens e con qualche problema fisico Insigne. Tuttavia, anche in casa bianconera non erano tutti al massimo. Emergono, così, le differenze strutturali tra le due. Il Napoli non ha potuto, intanto, dare respiro alle punte rispetto alla Juventus. La squadra di Sarri, però, l'ha persa principalmente con la testa. L'approccio degli azzurri è tipico di chi sente il peso, l'importanza di una gara ed ha paura di perdere. Gambe contratte e menti offuscate hanno prodotto tre ripartenze fotocopia in pochi minuti, di un genere mai subíto dal Napoli quest'anno. E come diceva Rafa Benitez, ci può stare che una squadra come la Juve ne concretizza una su tre. I tempi della reazione, poi, hanno confermato la tesi. La squadra ha alzato il ritmo, ma solo dalla ripresa in avanti, e fino alla fine. Segno che le gambe c'erano ma era la testa degli uomini di Sarri che aveva bisogno del richiamo del mister per rialzarsi. Il primo tempo degli azzurri ha riportato indietro la memoria al febbraio 2016, gara decisa dal gol di Zaza verso la fine. Quel Napoli era davanti in classifica e giocò con timidezza, con timore che è cosa diversa dal rispetto. Quello ce l'hanno Allegri e i suoi ogni volta che affrontano gli uomini di Sarri, ma è un atteggiamento voluto e non subìto. In quel Napoli c'era anche Higuain, a smentire chi sintetizza su un nome la dinamica di una gara intera. Tra le due è emerso l'organico più ampio, ma soprattutto l'esperienza, l'abitudine a giocare certe sfide. Ad aprile scorso la posta in palio, le pressioni, erano di altra misura. Ed ecco che il Napoli non commetteva errori di reparto e costringeva la Juve a chiudersi in area per 180' e ad esagerare nelle perdite di tempo in stile cadetto. Quando il gioco si fa duro, quando l'asticella cresce, la mente viene prima di tutto. Napoli-Juventus è sembrata ancora una volta una sfida tra un uomo e un adolescente, bravo, preparato, ma poco pronto mentalmente perché non abituato. Il futuro dipende, adesso, dalla capacità del ragazzo di assimilare la lezione. La coppa, ma soprattutto la gara interna con la Fiorentina, diranno se il ;guaglione" ha tanta grinta, tanto carattere da far sua l'esperienza con l'uomo, o meglio... ca' Signora... Vedremo...

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Fonte : di Marcello Pelillo per CalcioNapoli24
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