Pelillo... nell'uovo - Napoli, quanto grande e quanto piccolo tu sei...

07.04.2017
21:50
Redazione

Due sfide in quattro giorni che hanno lasciato il segno. Un doppio confronto che ha chiarito forze e difetti della squadra, oltre a cancellare l'unica possibilità di conquistare un trofeo quest'anno. Giocare davvero con la Primavera non sarebbe stato male. In sostanza, ha pesato il risultato dell'andata falsato da errori certificati. Una provocazione che sarebbe servita per dire basta alle regole attuali. Ma ai presidenti delle società sembra star bene così e allora venga lo straniero a liberare... Passando dai colletti bianchi alle casacche, il Napoli ha confermato i suoi limiti.

Il reparto difensivo, portiere compreso non ha un solo elemento dal quale non ci si possa aspettare l'ingenuità del momento. Un errore per uno e il Napoli prende gol da tutti. Considerando il tesoro ricevuto dal mercato in uscita, è chiaro che non si è operato con competenza in tutti i reparti. Il dato certo è che bisogna intervenire lì dietro, lo dicono numeri e modalità di reti subite. Con i difetti è venuta fuori anche la forza degli azzurri. Il Napoli ha messo alle strette in due gare la Juventus, costringendola ad usare la più provinciale delle difese, la perdita di tempo. Sentendoli paragonarsi ai migliori club d'Europa lasciano costernati certi eccessi...

È chiaro dove il Napoli dovrebbe intervenire per pareggiare i conti. Non ci vuole la sfera magica. La difesa andrebbe ricostruita vendendo e comprando bene. Servirebbe un direttore sportivo esperto e libero di operare con budget e paletti contabili vari. Ma il Napoli non vuole saperne di organizzarsi. Continua ad approfittare del paradosso legislativo concesso dall'esistenza della società unipersonale nel codice civile. Intanto il calcio prosegue rapido il suo percorso di progresso-regresso.

A breve le squadre di calcio italiane apparterranno tutte, o quasi, a fondi d'investimento. Sta per finire l'era dei presidenti proprietari. Costoro saranno soltanto delle figure, dei gestori, delle immagini di facciata per le tifoserie con alle spalle un mucchio di investitori sconosciuti e inconsapevoli. Il business del pallone avrà per i club una portata maggiore, diversa. La finanza sta entrando anche nel calcio in maniera decisa e con questo scenario la società unipersonale sembra ancora più piccola e debole.

La Juventus, non a caso, sta cercando di difendersi da questa trasformazione. Il club cambia logo, investe nei campus esteri per avere, un giorno, tifosi in altri continenti ai quali vendere, magari, diritti tv e gadget vari. Nel giro di anni il Napoli rischia di trovarsi fuori dai tempi o semplicemente non competitivo. È la globalizzazione del calcio che permette al grande di divorare i piccoli se questo non è in grado di crescere. Vedremo...

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Fonte : di Marcello Pelillo per CalcioNapoli24
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