Ancelotti, dna anti-juventino: "Torino città triste, senza sentimento. Sono miei rivali!". I bianconeri gli cantavano: "Un maiale non può allenare" [VIDEO]

23.05.2018
21:30
Redazione

Ancelotti è vicinissimo al Napoli. Quello che molti non sanno, è che nelle sue vene scorre un sangue anti-juventino: i tifosi bianconeri lo chiamavano

Ancelotti al Napoli. Sembrava un'assurdita, e invece adesso è fatta. Manca solo l'annuncio ufficiale e presto vedremo Carlo Ancelotti tornare in Italia con la maglia azzurra, dopo essere stato sulla panchina di Reggiana, Parma, Milan e Juventus. 

Ancelotti: "Non amerò mai la Juventus"

Sebbene la Serie A si ricordi di lui soprattutto per i successi con il Milan, Carletto ha allenato anche la Juventus, per ben due anni, senza ottenere successi. E di quei due anni Ancelotti ha raccontato molto, attraverso il libro autobiografico "Preferisco la Coppa", scritto con Alessandro Alciato: "La Juventus era una squadra che non avevo mai amato e che probabilmente non amerò mai, anche per l’accoglienza che qualche mente superiore mi riserva ogni volta che torno. Per me è sempre stata una rivaleLa Juventus era un ambiente totalmente nuovo per me. Non mi sono mai sentito a casa, mi sembrava di essere l’ingranaggio di una grande azienda. Per il sentimento, prego, rivolgersi altrove”.

Ancelotti: il rapporto con la tifoseria della Juventus

Soprattutto, però, della sua esperienza in bianconero, ci si ricorda del pessimo rapporto instaurato con i tifosi juventini. Dopo un'accoglienza molto fredda, e due anni senza successi, la curva dello stadio Delle Alpi gli intonava spesso il coro: "Un maiale non può allenare". Un'offesa gratuita, alla quale Ancelotti rispose sarcasticamente: "È un'insopportabile mancanza di rispetto verso la figura del maiale", lui che viene da una famiglia di contadini dove la carne la si mangiava una volta a settimana. Nel video in allegato, Ancelotti si presentava alla stampa conscio che la Juventus lo aveva appena esonerato e coglie l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa verso i tifosi che lo avevano contestato "dal primo all'ultimo giorno", come dice lui stesso.

Più tardi, nel suo libro scriverà anche: "Torino non mi piaceva. Troppo triste, glamour, lontana un paio di galassie dal mio modo di essere. Indietro Savoia, arriva il ciccione dei tortellini".

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