Buon compleanno, Pocho! I cinque ricordi più belli vissuti a Napoli [VIDEO]

03.05.2017
15:00
Pasquale Cacciola

L'argentino più amato di sempre dopo Diego Armando Maradona. E c'è poco da aggiungere, con una premessa del genere. Un nome, un oceano di ricordi. Emozioni allo stato puro. Sguardo da scugnizzo, sorriso timido e quel capo perennamente chino. Anche in campo, soprattutto lì. Ma a lui, in fondo, era tutto concesso. Perché Ezequiel Ivan Lavezzi ha segnato un'era, la nuova epoca. L'atto iniziale del ritorno in paradiso. Una delle favole più belle di sempre degli ultimi anni in Serie A, fino a diventare il primo uomo clausola dell'era De Laurentiis. Indimenticabili le sue sgroppate, le sue magie. E oggi, in occasione del suo 32esimo compleanno, ripercorriamo i cinque episodi più intensi della sua storia in azzurro. 

Juventus-Napoli 0-2, 20 maggio 2015. La finalissima di Coppa Italia, il primo trofeo dell'era De Laurentiis. 22 anni dopo, la città (ri)scoppia in festa dopo una vittoria contro la squadra di Antonio Conte imbattuta fino a quel momento. Non arrivò il gol del Pocho nell'occasione, ma fu senza dubbi una delle sue più brillanti prestazioni con tanto di rigore procurato dopo un primo tempo equilibrato. Al triplice fischio, il tripudio e le lacrime. Pianto di chi sapeva troppo bene che quella magia era ormai ai titoli di coda, di chi era pienamente consapevole che quell'atmosfera non l'avrebbe mai più ritrovata. 

Napoli-Chelsea 3-1, 21 febbraio 2012. La notte delle stelle, dopo un girone di meteoriti. Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal: un gruppo impossibile quasi per tutti, ma non per gli azzurri. Malgrado l'impresa però, un'urna nuvamente maledetta guidò gli uomini di Mazzarri allo Stamford Bridge. Nonostante tutto una vittoria netta all'andata al San Paolo, con doppietta di Lavezzi. Prima un destro angolato dalla distanza, poi l'inserimento a porta quasi vuota dopo una grande giocata del Matador. Quell'anno, dopo la rimonta in casa, i blues alzarono al cielo la coppa dalle grandi orecchie. 

Liverpool-Napoli 1-3, 4 novembre 2010. La prima volta non si scorda mai. Il fascino dell'Anfiel, la musica da brividi di You'll Never Walk Alone e il vero ritorno in Europa dopo averlo sfiorato in precedenza attraverso il vecchio Intertoto. La prima vera grande trasferta, un sogno per i tifosi. Poi la piacevole illusione: il vantaggio partenopeo a firma dell'argentino con tanto di abbraccio con i tanti supporters nel settore ospiti. Nel secondo tempo la rimonta, con la leggenda Gerrard che ribaltò gli equilibri con una semplicità spaventosa, ma il brivido provato resterà impresso per sempre. 

Cagliari-Napoli 0-1, 10 novembre 2010. Proprio alcuni giorni dopo l'amarezza britannica. Una rete da tachicardia, al 94esimo, su una falcata clamorosa a tutto campo. Perché il Pocho era proprio così: instancabile, testardo, imprevedibile. Una gioia enorme in uno stadio tutt'altro che semplice, dove la gara è da sempre particolarmente sentita e i precedenti di certo non sorridevano. 

Napoli-Milan 1-2, 25 ottobre 2010. Una gara sfortunata, purtroppo. Una delle pochissime sconfitte interne dell'era Mazzarri, perché la rete del sudamericano nel finale aprì le speranze ma non la rimonta. Nonostante ciò, quel gol è rimasto negli annali. Insolito, unico, poiché da terra. Una scena anche esilarante, che rende l'idea del tipo di giocatore: lottatore, ostinato, pieno di risorse. E proprio di questi valori Napoli si è innamorata. Quella città che ora, sebbene presa da altri eroi, gli augura un buon compleanno dal profondo del cuore. Perché chi ama non dimentica

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