Quando l'esonero è imposto dagli sponsor: l'anomala storia di Maurizio Sarri al Sorrento

07.06.2015
18:30
Lorenzo Sorianiello

Non sarà la prima volta che Maurizio Sarri siederà sulla panchina di una squadra campana. Prima che gli fosse data l'occasione di dimostrare il suo valore in Serie A, l'ex tecnico dell'Empoli era già orbitato attorno alla città partenopea, a circa 45 km di distanza, nell'incantevole Sorrento. Lui è un toscano doc, ma un tempo, quasi per caso, fu proprio Napoli a dargli la luce, e ora la città sembra quasi essere tornata per rivendicare ciò che gli appartiene per ius soli. 

E' la mattina del 6 luglio 2011 quando Sarri sigla il suo contratto con la squadra costiera: a volerlo sulla panchina rossonera è il direttore generale Diodato Scala, che suggerisce il suo nome al presidente Gambardella con l'intenzione di dar linfa ad un progetto che ambiva alla promozione dalla Lega Pro alla Serie B. 

Le cose, però, non andarono come previsto: dopo la buona partenza con uno 0-3 a Monza, Sarri ne pareggia tre di fila e sul campo del Benevento arriva il primo KO. Ad incidere sui risultati sono diversi fattori e il terreno di gioco, problema atavico del calcio in costiera, non rende le cose più semplici. Dopo sole sedici giornate, con sette vittorie, sei pareggi e tre sconfitte, la società decide di rescindere il contratto con Sarri, con il Sorrento sesto in campionato, a soli due punti dalla terza posizione e con la corsa ai play-off ancora aperta. Sulla decisione apparentemente immotivata di licenziare il toscano pesarono le pressioni di alcuni influenti sponsor, che insisterono con il presidente Gambardella affinché fosse Gennaro Ruotolo a guidare il Sorrento. Sarri lo sapeva bene e fu costretto a guardare la squadra arrivare ad un passo dalla Serie B a fine stagione. Ma l'esperienza al Sorrento presentò altre criticità. In un'intervista di qualche anno fa il nuovo tecnico del Napoli rivelò di aver trovato difficoltà ad esprimere il suo calcio in una città dove "si pensa più ad altre cose che al calcio e manca quell'attaccamento verso i colori della propria squadra". Un ambiente che fa eccezione nel panorama calcistico campano.

Questa volta, però, Sarri può stare sicuro: De Laurentiis non è certo uno che si lascia condizionare dagli sponsor e la bellissima Sorrento, in quanto a tifoseria, non è certo Napoli. Al di là di come i tifosi possano aver accolto la notizia del suo ingaggio, il San Paolo non vede l'ora di applaudire l'umiltà e lo spirito di sacrificio che ci si augura diventino le colonne portanti del nuovo Napoli targato Sarri.

Notizie Calcio Napoli