Gevi Napoli Basket, Dalla Salda a CN24: "Coppa Italia imprevista ma meritata! Ora dobbiamo finire alla grande, c'è un rischio da evitare" | VIDEO

23.02.2024
18:20
Claudio Russo

Ultime notizie Napoli - In campo ci vanno i giocatori, ma dietro la scrivania a prendere le decisioni c’è lui. Ed un pezzo di vittoria nella Coppa Italia 2024 della Gevi Napoli Basket appartiene sicuramente all’amministratore delegato Alessandro Dalla Salda, che aggiunge un altro trofeo ad una carriera lunghissima. Sotto la sua guida Napoli diventa la prima città italiana nel secondo dopoguerra a vincere la Coppa Italia con tre società differenti (Partenope nel 1968, Basket Napoli nel 2006, Napoli Basket nel 2024). Cosa c’è dietro questo successo?

di Claudio Russo (@claudioruss)

Intervista Dalla Salda GeVi Napoli Basket

Cosa rappresenta la vittoria della Coppa Italia? Mesi fa non pensiamo fosse nei programmi.

“Non era di certo nei programmi, ma è anche vero che penso che sia un premio imprevisto ma meritato a una prima parte di lavoro fatta bene. Si può migliorare ancora tantissimo, soprattutto fuori dal campo: la strada secondo me è stata intrapresa, adesso arriva il bello ma anche il difficile, che è quello di confermarsi ad alti livelli. Stiamo facendo una buona stagione, non dimentichiamoci la posizione di classifica in Serie A, seppure stiamo vivendo un momento di flessione. Però step by step le cose stanno mettendosi in ordine, dobbiamo solo alimentarle, mantenere un equilibrio che poi è quello che fa la differenza”

Step by step però si sono bruciate tutte le tappe, è arrivato anche l'ennesimo soldout a più di una settimana dal match contro Treviso: è un segnale che il basket in città sta avendo un seguito che era nei suoi progetti. Ci si è arrivati come?

“La mia programmazione era una visione a 3 anni, anche perché con la società questa era la pianificazione: è evidente che da un punto di vista del risultato sportivo abbiamo bruciato non le tappe, ma tutte le tappe. Però nello sport quando ti capita l'occasione devi saperla cogliere e, non c'era motivo per non crederci fino in fondo. Adesso dobbiamo riposare un attimo, perché lo sforzo non solo fisico ma anche nervoso è stato clamoroso per potere mantenere questo livello di performance. Avremo il coach e Sokolowski impegnati con la Polonia, altri giocatori verranno lasciati liberi di rientrare un po' dalle loro famiglie: è un momento delicato, però io penso che con l'autostima che è cresciuta, con la fiducia che ci ha dato questa Coppa Italia, possa permetterci anche di darci un abbrivio per poi finire la stagione alla grande, con quello che oggi non può non essere l'obiettivo di provare a fare i play-off”

Come l'ha vissuta la Final Eight?

“È una manifestazione che mi piace tantissimo: ne avevo giocate tante, avevo già perso una finale proprio contro Ettore Messina con la mia Reggio Emilia. Diciamo che vincere con Napoli è stato devo dire straordinariamente bello, perché basta essere qua stasera insieme a voi per capire che questa città è per certi versi unica. È stata una vittoria molto meritata, con la consapevolezza che ce la potevamo fare e, diciamo, con la soddisfazione che nessuno potrà dire che abbiamo rubato qualcosa”

Qual è l'immagine che si porta indietro da Torino e qual è l'immagine che ha davanti a sé a breve-medio termine.

“Da Torino mi porto qualche minuto diciamo di solitudine dopo la fine di tutto, quando ti raffreddi un attimo, sei da solo nella tua camera e fai una bella doccia. Ecco quei cinque minuti lì non hanno un prezzo, perché ti rendi conto che hai fatto un buon lavoro, grazie al club che mi ha messo nelle condizioni di poter scegliere, di poter fare quello che volevo fare, e che il mio mestiere mi consentiva di fare per esperienza e spero anche un po' di capacità. Quello che voglio guardare in avanti oggi è finire in bellezza: non mi piacerebbe che questa Coppa Italia appagasse l'ambiente. Ecco, se vuoi diventare una squadra di mentalità alta, di valore alto, è dalle vittorie che devi trovare l'energia, la motivazione per migliorarti. Il rischio spessissimo, lo dice la storia del basket italiano, è che quando squadre che non erano favorite ottengono grandi risultati, solitamente si sgonfiano non dico in un attimo ma in breve tempo. Questo è quello che non vorrei: non è così semplice, ma ce la dobbiamo fare”

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