Napoli Basket, Magro a CN24: "Basta vincere una volta a Napoli per essere Dio! Qui è un posto speciale, su Croswell e Stefano Gentile..." | VIDEO

25.06.2025
17:05
Claudio Russo

Contratto triennale e tanta voglia di fare bene al ritorno in Italia dopo l’esperienza in Lituania al BC Wolves. Alessandro Magro è il nuovo coach del Napoli Basket, e lui di ci si ricorda per il triennio a Brescia con una semifinale playoff nel 2024 ed una Coppa Italia vinta nel 2023. Si racconta ai microfoni di CalcioNapoli24 mettendo in chiaro la sua idea di basket, presentando i due nuovi acquisti Ed Croswell e Stefano Gentile, quest’ultimo ancora da ufficializzare.

Qualcosa ci diceva già da qualche anno che sarebbe arrivato a Napoli, vedendo anche la simpatia con cui è stato sempre accolto qui e la simpatia che ha per questa città. Le ambizioni, partiamo da qui: si parte dagli uomini prima ancora che dai giocatori, ma l'ambizione non deve mancare. È vero che si deve andare per gradi, ma qui siamo in una grande città che negli ultimi anni ha anche sofferto abbastanza nella palla a canestro e ci si aspetta quel salto di qualità.

“Io spero nel mio piccolo, con grande umiltà, di riuscire a portare quello che è la mia idea di pallacanestro, ma anche di essere il veicolo di valori dei quali abbiamo parlato prima. Non ci giriamo troppo intorno, serve vincere perché, rispetto al mondo NBA se fai una stagione da 20-62 non è sufficiente, con James siamo stati subito molto in linea sul fatto che potremo perdere le partite, ci saranno dei momenti difficili, ma l'obiettivo è continuare a lavorare per continuare a costruire un'identità che la squadra vuole avere. Quindi è ovvio che ci auguriamo che le vittorie aiutino, ogni tanto avete visto anche la fine di tanti campionati. Ci vuole anche un pizzico di fortuna a volte, no? Quella non guasta mai, ma dobbiamo cercare di fare in modo che questa fortuna sia guidata dalla qualità, dalla possibilità di scegliere dei giocatori adeguati al nostro modo di pensare il nostro nuovo progetto, il fatto di lavorare quotidianamente, lavorando e giocando una volta solo alla settimana, quindi avere tanto tempo per provare a sviluppare i giocatori sui quali crediamo e crederemo. E poi vincere credo che aiuterà anche a far sì che venga alimentato molto più rapidamente quella che è la passione e il sostegno del pubblico, del quale avremo assolutamente bisogno tutte le volte. Però su questo, senza fare troppo quello che vuole vendervi un prodotto, credo che nel momento di maggiore difficoltà della scorsa stagione, il Palabarbuto ha sempre fatto sold out, quindi il popolo napoletano e il pubblico non ha mai fatto mancare il suo supporto anche nei momenti difficili, e questo è un plus che non tutti si possono permettere. Non è uno slogan pubblicitario, abbiamo bisogno di fare qualcosa, di provare a fare qualcosa di grande tutti insieme in campo, fuori dal campo, sulle tribune e credo che se riusciremo a farlo sarà veramente un motivo di grande di grande soddisfazione”

Come è stato convinto dal progetto? Cosa vede coach Magro nel Napoli Basketball?

“Nel mio mondo intanto siamo persone fortunate, no? Perché ci pagano per fare quello che a 15 anni facevamo gratis, e quindi ci ci riteniamo persone che hanno la possibilità di fare della propria passione il proprio lavoro, e ogni tanto, appunto, questo ti dà la capacità di avere un certo tipo di rispetto per quello che la vita ti ha dato. È una scelta veramente di pancia, di cuore, perché fondamentalmente vedo un'opportunità qua, vedo la possibilità di provare in qualche modo a lasciare il segno. L'anno prossimo saranno 100 anni del Napoli Calcio, e gli scudetti sono quattro, non quaranta, quattro. E ti basta vincere una volta a Napoli per essere Dio. Quindi io non ho la presunzione di voler essere Dio, ma io credo che riuscire a fare qualcosa di speciale qui sia completamente diverso rispetto a farlo da un'altra parte. Questo è un posto veramente speciale. Io sono stato in Lituania l'anno scorso, sono stato 50 giorni d'inverno senza vedere il sole. La mattina mi sveglio e vedo il mare. E non è la stessa cosa”

Davanti a una premessa così, si può pensare di avere come obiettivo di partenza i play-off, da poter offrire ai tifosi.

“Diciamo che per partire vogliamo mettere le basi, non ci poniamo limiti senza dire faremo i play-off, di sicuro noi vorremo, non ci mettiamo limiti, vogliamo lavorare seriamente e provare, lo dico sempre, magari non vi piacerà questo termine, ma vogliamo competere. Vogliamo competere e io credo che quando si costruisce un progetto nuovo ti devi sempre far trovare pronto a cogliere l'opportunità. Noi lavoriamo per provare ad avere un'opportunità e provare a coglierla quando sarà il momento”

Cosa porta dalla Lituania lei a livello di formazione, a livello tecnico-tattico? Cosa ha imparato in questa esperienza lituana e cosa porterà a Napoli?

“Credo che che ognuno di noi, sia la somma delle esperienze che uno fa nella vita. Quindi è stata una stagione difficile da un punto di vista sia tecnico che umano, e di conseguenza proprio perché è stata difficile, forse è la stagione più importante della mia carriera. Lì si gioca una pallacanestro diversa, quindi anche il modo di vedere la pallacanestro cambia. E il motivo per il quale, James è qua, ci siamo trovati, come dicono loro, on the same page dalla prima telefonata, senza nemmeno vederci in faccia. Abbiamo molti punti in comune, quindi non vi stupite se il modo di giocare di Napoli l'anno prossimo sarà già diverso da quello che era il modo di giocare di Brescia anni fa, perché credo la pallacanestro stia cambiando in maniera molto veloce, e bisogna avere anche l'umiltà di dire dobbiamo adattarci ai tempi, anche perché è is a players game, cioè sono i giocatori che fanno il gioco e bisogna cercare di educarli, farli crescere, ma poi adattarsi a quella che è la direzione verso la quale la pallacanestro sta andando, e ci sono tanti modi diversi di rigiocare, quindi sicuramente mi sento una persona diversa e arricchita dall'esperienza lituana. Vediamo se l'anno prossimo con Napoli riusciremo a trovare un punto di incontro tra il nuovo e il vecchio me”

Lei ha detto la squadra dovrà competere. Cosa possono dare a questo concetto Croswell, Stefano Gentile e, magari, Leo Toté sepuò essere un giocatore che può entrare in questa idea di competere.

“Totè ha dimostrato di essere uno dei giocatori italiani più importanti nella passata stagione, abbiamo la volontà di provare a tenerlo con noi se ci sarà la possibilità. Competere non è solo il fatto di avere, si può dire cazzimma, sì, si può dire. Cioè, non è il solo fatto di dire di competere fisicamente, anche se è uno sport che necessita di atletismo, ma competere anche nelle motivazioni personali che uno ha. Cioè un allenatore deve motivare, ma credo che nel nostro mondo, l'ho detto prima, se io dovessi andare in palestra e chiedere per favore ai giocatori di impegnarsi, vuol dire che abbiamo sbagliato i giocatori. Uno deve essere automotivato a cercare di diventare la migliore versione di se stesso ogni giorno. Il fatto di competere, soprattutto nel mio ruolo, è quello di cercare di convogliare tutte le esigenze personali dei giocatori verso un'unica direzione, che è cercare di far vincere le partite giocando insieme, però quello che dico io è vorremmo provare a giocare una pallacanestro seria. Seria vuol dire che si prova a difendere e giocare in the right way, vuol dire che se bisogna fare un passaggio in più a uno più libero lo facciamo, che si prova a essere il più unselfish possibili, quindi non avere giocatori egoisti. Vorrei riuscire da subito a seminare il seme in ognuno di loro che vogliamo fare qualcosa di speciale insieme: voi come giornalisti, loro come dirigenti e noi da un punto di vista tecnico”

Per quanto riguarda i due giocatori Croswell e Gentile, cosa possono dare?

“Sicuramente sono giocatori che hanno un impatto fisico, possono avere un impatto fisico. Stefano è un giocatore che sa giocare a pallacanestro, diciamo che viene dalla mia visione di pallacanestro, quindi può essere con me il trait-d’union tra quello che potremmo provare a sperimentare e quello che è il modo di giocare in the right way: sa giocare a pallacanestro, ha un'intelligenza cestistica molto elevata, fa canestro da tre punti, sa giocare il pick and roll, ha taglia fisica, è un giocatore versatile che può giocare in più ruoli. Ne vedrete tante di firme in questo modo, cioè di giocatori che possono ballare su diversi ruoli, quindi lui sarà un giocatore fondamentale per noi. Croswell è un giocatore invece che fa dell'impatto fisico  il suo biglietto da visita. È un giocatore in grande evoluzione, non è un giocatore forse pronto a fare tutto ad altissimo livello, ma vediamo in lui la possibilità di esplorare un potenziale veramente alto: ci auguriamo per lui che lo possa fare, ma soprattutto auguriamo al club che possa crescere insieme a quanto crescono i giocatori, non per pensare di farli crescere e vederli andare via, ma pensare di costruire qualcosa di veramente solido, una struttura, uno scheletro che possa rimanere nel tempo”

In questi giorni a Napoli da cosa è rimasto più colpito? Qual è la curiosità che vorrebbe andare a soddisfare prima possibile? C'è qualche qualche luogo, qualche posto, qualche persona? Quando metti un fiorentino e un napoletano vicino possono succedere delle cose molto interessanti. Qual è la cosa che la colpisce di più di questa città e qual è la cosa che vorrà andare a esplorare di questa città?

“Sicuramente sono qua ovviamente per lavorare, ma credo che arrivato a 42 anni, dopo le esperienze anche di vita anche spiacevoli che sono capitate, credo la qualità della vita debba rientrare nelle 24 ore di una persona, perché poi alla fine il tempo non si sa mai quanto è. E quindi io quello che posso dire è che son qua per fare pallacanestro, per rappresentare un club e una città nel migliore dei modi, nel modo più professionale possibile, ma mi vedrete a cena fuori, cioè voglio dire mi vedrete bere un buon bicchiere un buon bicchiere di vino, quindi voglio godermi la città, voglio vivere la città. Sono arrivato qualche giorno fa e sono già stato veramente travolto dalla passione, e sono felicissimo e orgoglioso del fatto che la gente abbia veramente accolto la mia la mia firma qua in maniera così calorosa. Avete posti meravigliosi qui vicino che vorrò visitare quando avrò tempo, oggettivamente scoprire la città e diventare parte della città, non essendo napoletano, è sicuramente uno degli obiettivi principali”

La S.S. Napoli Basket comunica di aver affidato l’incarico di Head Coach ad Alessandro Magro. Il nuovo tecnico della società azzurra, nato a Castelfiorentino (Firenze) il 14 ottobre 1982, ha sottoscritto con il club un accordo triennale.

 Magro ha iniziato ad allenare a soli 22 anni in Serie A come assistente a Livorno. Dopo una breve esperienza alla Viola Reggio Calabria, nel 2006 passa alla Mens Sana Siena, dove resta per otto stagioni diventando assistant coach della prima squadra e capo allenatore delle formazioni giovanili. Nel 2014 diventa il nuovo tecnico della Fulgor Omegna fino al 2016. In seguito passa alla Leonessa Brescia, dove resta nello staff di coach Diana per tre stagioni. Nel 2019 diventa il vice di Luca Banchi alla Lokomotiv Kuban in Russia. Conclude poi la stagione con un'esperienza in Polonia dove viene ingaggiato dal Dabrowa Górnicza.

Nel 2021 torna, nella qualità di head coach, alla Pallacanestro Brescia. In tre stagioni il coach fiorentino porta la squadra bresciana due volte ai play off (quarti di finale nel 2022 e semifinale nel 2024), ma soprattutto vince la Coppa Italia nel 2023. Nel 2022 Magro viene anche nominato allenatore della Nazionale Under 20 italiana con la quale partecipa all’Europeo U-20 in Montenegro. Nella stagione 2021/22 ha vinto il premio di Miglior Allenatore della LBA. Nella scorsa stagione Magro è stato ingaggiato dai BC Wolves nel campionato Lituano partecipando anche all'EuroCup.

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