Il Roma - Pienone annunciato al San Paolo, mai fidarsi di un'Inter barcollante
La Coppa s’infiamma. Prezzi popolari, tutti al San Paolo. Pienone annunciato. Quarti di finale, partita secca con l’Inter indonesiana e barcollante di Mancini, dissestata in campionato, due sconfitte consecutive, una vittoria quattro turni fa. Le resta la Coppa per tenersi a galla. Se funzionano l’orgoglio e l’ultima spiaggia, dovremmo vedere un’Inter furente, col cuore oltre tutti i suoi ostacoli, i “casi” Osvaldo e Icardi, il gioco che c’è e non c’è, la difesa che non funziona e la squadra che sta andando peggio dell’Inter di Mazzarri. Al calciomercato di gennaio ha imbarcato il “vecchio” Lucas Podolski, che sembra fuori ritmo, ha ripreso Santon dal Newcastle che ritorna giocoforza, è arrivato il giovane croato Marcelo Brozovic per rivitalizzare il centrocampo, l’acquisto azzeccato sembra il piccolo Xherdan Shaqiri, 23 anni, un trottolino di grande qualità tecnica, svizzero giunto dal Bayern e definito il Messi delle Alpi. Negli ottavi l’Inter ha eliminato la Sampdoria a San Siro (2-0) con i gol di Shaqiri e Icardi negli ultimi venti minuti e i doriani in dieci per quasi tutta la partita (11’ espulso Krsticic), in nove quand’erano sotto di un gol (76’ espulso Wszolek). Mancini prova e riprova. Molla la difesa a tre e passa al 4-2-3-1, a specchio del Napoli. Ha funzionato, ma ha perso, nel secondo tempo contro il Sassuolo. Se i giocatori non vanno, nessun modulo va. Rodrigo Palacio non scuote più il codino argentino. Hernanes accende e spegne il genio brasiliano. Kovacic spesso nasconde il talento. Il centrocampo è di bassa qualità e, sugli esterni, Mancini ha scelte ristrette per gli infortuni, però recupera Nagatomo. Sembra il quadro della misericordia, ma è meglio non fidarsi. La partita secca induce a dare tutto e il Napoli dovrà giocare alla grande. Dice Mancini: “Giochiamo da grande squadra, ma facciamo errori individuali”. Giocare da grande squadra significa iniziativa, possesso-palla baricentro alto, intensità. Poi, in difesa, l’Inter soffre. Le formazioni sono un mezzo mistero. Benitez, il signore delle coppe, tiene molto al torneo tricolore e schiererà un Napoli con i pezzi da novanta. Cioè, niente scherzi. E’ una partita da vincere. Subito in campo il condottiero Higuain, il tattico De Guzman per la maggiore libertà di Hamsik in fase offensiva, Callejon che, domenica, ha giocato poco, Gargano indispensabile a fare diga nella zona centrale, rientra Koulibaly. Il Napoli non può sbagliare partita, detiene la Coppa, lo stadio è al completo. Gabbiadini in sala d’attesa se servirà un colpo dei suoi. L’Inter è vulnerabile in difesa. Ranocchia e Vidic, se pressati, cedono, s’inceppano, ricorrono al fallo. Sul difensore serbo, ex Manchester United, ha urlato Mancini a Reggio Emilia (troppi passaggi all’indietro). Liti e confusione. Il doppio possesso-palla dell’Inter contro il Sassuolo ha fruttato solo il palo di Shaqiri e la rapidità di Icardi sul passaggio sventurato di Magnanelli al portiere. Il Napoli ha ospitato l’Inter cinque volte in Coppa Italia. Tre anni fa la “doppietta” di Cavani smontò la formazione nerazzurra ai quarti di finale. Due volte si è andati ai rigori. A favore dell’Inter nel 2011. A favore del Napoli nel 1997 con la memorabile partita di semifinale che un gran gol di Beto rimandò ai penalty. Poi, le antiche date. 1938, una vittoria dell’Inter, supplementari e pareggio la seconda volta. Sarà un match tutto da godere. Il Pipita chiama a raccolta il gruppo là in mezzo al campo prima dell’inizio e si va. Chi vince se la vedrà con la Lazio, semifinale con andata e ritorno.