Prandelli: "Inter, che colpi Melo e Jovetic! Allegri e Sarri, risposta agli scettici. Milan, punta su Calabria"
In questo primo appuntamento con gli amici di calciomercato.com, non posso non soffermarmi sull'ottimo momento dell'Inter capolista di Roberto Mancini. Della formazione nerazzurra mi piace sottolineare la solidità che il suo allenatore ha saputo darle, la compattezza che ha esibito rispetto alle altre pretendenti per le prime posizioni, nonostante tutte abbiano cambiato molto sul mercato. In questo momento non starà giocando un grande calcio, ma è molto solida e, quando lo farà, gli avversari dovranno preoccuparsi. Certamente un ruolo importante lo sta giocando Felipe Melo, giocatore che ho conosciuto personalmente alla Fiorentina e al Galatasaray. L'ho trovato cambiato sul piano della consapevolezza dei suoi mezzi e della maturità, ma ha mantenuto quell'esuberanza atletica che in certi momenti rischia di essere un limite ma che è anche il suo punto di forza principale. Si tratta di un giocatore importante in uno spogliatoio, perchè è un vincente nato, uno a cui non piace perdere nemmeno nelle partitelle di allenamento. Il suo arrivo è stato importante come quello di Jovetic, un altro calciatore che conosce bene il nostro campionato, la nostra lingua, la nostra cultura e ha quindi incontrato meno difficoltà nell'integrarsi in questa Inter, oltre ad aver lasciato il segno da subito con dei gol.
I MERITI DI ALLEGRI E SARRI - Ho esordito parlando di un allenatore e allora mi sembra giusto spendere qualche parola sui meriti di Massimiliano Allegri e di Maurizio Sarri, protagonisti delle risalite di Juventus e Napoli dopo un avvio incerto. Due tecnici che hanno dimostrato di possedere grande duttilità e intelligenza nel comprendere le caratteristiche dei giocatori a disposizione e mettere momentaneamente da parte le proprie convinzioni per fare rendere al meglio le rispettive squadre. Entrambi sono stati oggetto di tante critiche, anche da personaggi importanti nel mondo del calcio (è il caso di Sarri con Maradona, ndr), critiche strane ed eccessive. Anche nella mia esperienza, mi è capitato di subire attacchi da personaggi lontani dalla realtà che si trovavano ad analizzare e senza la volontà di parlare di calcio in maniera costruttiva, soffermandosi su situazioni di gioco o aspetti tattici, com preferisco. Il lavoro dell'allenatore in Italia è questo, bisogna convivere con la pressione; ovviamente, di primo acchito non fa piacere subire certi attacchi e si reagisce di pancia, ma alla lunga risultano uno stimolo per fare meglio. Diventa importante poi il lavoro e il dialogo con i calciatori per trovare le soluzioni per fare meglio e nel mio percorso ho sempre cercato di avere un confronto con i miei calciatori.
W IL BEL GIOCO, MA SERVONO I PUNTI - Sono piacevolmente sorpreso comunque dallo spirito e dalla filosofia di gioco mostrato sin qui da squadre come Napoli, Torino, Empoli o Sassuolo, grazie a professionisti preparati come Sarri, Ventura, Giampaolo e Di Francesco. In piazze con meno aspettative e dove il risultato non è tutto è chiaramente più facile e portare avanti certe idee senza la smania di fare punti. Io credo di essermi trovato in una situazione di questo tipo nei 5 anni alla Fiorentina, dove c'era una sinergia totale tra staff tecnico, squadra, proprietà e tifosi. Un allenatore deve essere bravo a capire cosa si aspetta la città, l'ambiente nel quale vai a lavorare e cercare di accontentarlo; se in squadre come Roma, Juventus, Inter o Milan quello che conta è il risultato, ogni tanto bisogna mettere da parte l'idea di arrivare prima il gioco e concentrarsi sulla necessità di portare punti.
PUNTIAMO SUI GIOVANI - Chiudo parlando di alcuni giovani italiani che si sono messi in evidenza nelle ultime settimane e insisto sulla necessità di tornare a puntare sui nostri settori giovanili. Mi è piaciuto molto come si è proposto il difensore del Milan Davide Calabria contro il Palermo; ha mostrato grande personalità per come si è calato nella partita e il fatto che Mihajlovic abbia puntato su di lui ad occhi chiusi è un'ulteriore conferma del suo valore. Sono state belle anche le parole di Paolo Maldini nei suoi confronti, uno che sicuramente di calcio e di difensori se ne intende... Sono felice anche del rendimento dei vari Saponara, Insigne, Berardi, Baselli. Il problema principale con i nostri giovani, quando arriva il momento di inserirli in Nazionale, è che la maggior parte di loro non hanno modo di maturare quell'esperienza in campo internazionale necessaria per confrontarsi senza problemi in tornei come Europei o Mondiali. Per questo, bisogna tornare a puntare seriamente sui vivai, anche e soprattutto nelle grandi squadre, con un gruppo di lavoro che porti avanti un progetto a lungo termine. Mi piace ricordare la mia esperienza a metà anni '90 nel settore giovanile dell'Atalanta, dove oltre a me c'erano tecnici come Vavassori, Perico, Gustinetti e altri e dal club nerazzurro sono arrivati in Serie A oltre 40 giocatori, un fatto che è diventato materia di studio anche all'estero.
Cesare Prandelli