Perché l'impresa di Ancelotti vale veramente doppio

07.11.2018
18:30
Pasquale Cacciola

Napoli a un passo dall'impresa epica in Champions League: adesso, basterebbe un pareggio tra PSG e Liverpool per volare agli ottavi di finale. Un capolavoro firmato Carlo Ancelotti, per un'impresa che vale veramente il doppio.

A un passo dalla gloria. Perché ora, di fatto, al Napoli basterebbe appena un pareggio tra PSG e Liverpool per centrare un colpaccio clamoroso e avvicinarsi all'Olimpo del calcio in modo epico.

Facile a dire, per carità. Tuttavia possibile, anche se di certo non scontato. Eppure, una distanza adesso così minima in un girone teoricamente impossibile, manifesta già la grandezza dell'operato partenopeo. Perché diciamola tutta: questa squadra ha già vinto, al di là di come andrà.

Carlo Ancelotti trionfa ancora. Chiaro, bisogna nel frattempo vincere contro la rinata Stella Rossa per riuscirci davvero. Ma data la dimensione internazionale ormai raggiunta dalla squadra, sono davvero pochi i dubbi in vista del prossimo appuntamento. Specialmente in un momento così cruciale e dopo quanto fatto finora. Dall'angoscia dell'urna di Nyon alla goduria totale: quattro giornate dopo, il Napoli è padrone del proprio destino. E soprattutto lo è da capolista. Verso l'infinito e oltre. 

Un'impresa. Non ci sono altre parole per definire quanto fatto finora dagli azzurri. Principalmente dopo il passo falso iniziale a Belgrado che altrove, o in annate precedenti, avrebbe avuto effetti devastanti. Quello 0-0, rimpianto seppur impreziosito dal crollo dei reds, avrebbe infatti spazzato via le ultime minime certezze di un povero Davide tra due enormi Golia. Da una parte i vice campione d'Europa, dall'altra il PSG dei mostri sacri in attacco. 

Alla pari. Ancora una volta. Qualità, organizzazione e quella lucida follia necessaria quando si viaggia così ad altissima quota. Perché in realtà, dicendola tutta, il discorso poteva chiudersi già al Parco dei Principi. E così sarebbe andata se solo all'ultimo secondo non ci fosse stata la magia di Angel Di Maria. 1-2 in terra transalpina senza quel maledettissimo minuto finale, con la sola fortuna che salva un Paris Saint-German già con mezzo piede fuori.

L'organizzazione che prevale sullo strapotere individuale, l'umiltà che regge e travolge la superbia. La dimostrazione madre che questa squadra ha raggiunto una straordinaria consapevolezza europea. Serenità e sfrontatezza anche ieri: questo Napoli gioca, indifferente a tutto il resto. Avversari, ingaggi choc e curriculum. Andare via dalla Francia pieni di rimpianti è il simbolo di un meraviglioso passo avanti avvenuto con velocità disarmante, così come lo è reggere e contrastare l'uragano parigino sull'orlo di un tracollo titanico. 

Vale doppio. Perché con l'handicap iniziale in Serbia, da teoricamente impossibile la missione è diventata praticamente proibitiva. Non solo per le difficoltà sul campo, ma anche sul gioco di nervi e l'inerzia tremendamente a favore degli avversari. Affrontare per esempio il Liverpool con tale maturità, dopo i fantasmi estivi di Dublino col 5-0 in amichevole, non era da tutti. Esattamente come era impensabile la sfrontatezza vista a Parigi. Invece gli azzurri impartiscono una lezione di tattica e di umiltà ai titani, con uno dei due che ora rischia una rovinosa caduta. 

Tattica, cuore e mentalità. Sei mesi dopo, Ancelotti ha già centrato la doppia richiesta del presidente Aurelio De Laurentiis: da una parte andare oltre il limite in Champions League, dall'altra la valorizzazione di un intera rosa senza musoni e fuggitivi. Nel frattempo il sogno internazionale è ancora vivo, così come anche quello scudetto, ma con in più una rotazione ampia ed efficiente che ha lasciato fuori solo gli infortunati. Nikola Maksimovic, ormai punto fermo e anche tra i titolarissimi nel girone europeo dopo l'esilio disperato in Russia, è un chiaro esempio. Così come Adam Ounas, ieri in campo nella gara dell'anno mentre nel finale dell'ultima stagione salvava la Primavera da un'amara retrocessione.

Un capolavoro totale, soprattutto considerando tempi e mancati top player estivi. Sarà gloria, in ogni caso. La sensazione, col nuovo avvento, è che i titoli al massimo ora si potranno perdere in campo e non più in albergo. "Vorrei che i napoletani capissero il grandissimo salto di qualità fatto con l'arrivo di Ancelotti", sono state le parole del patron alla vigilia del big match. La realtà è che lo abbiamo capito da tempo, Aurelio. Chapeau. 

di Pasquale Edivaldo Cacciola - @PE_Bahia

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