L'esordio in Champions e gli occhi del ct, quest'anno la prova del nove per Jorginho: c'è un 'rischio' da scongiurare

20.08.2014
19:30
Pasquale Cacciola

di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia 

La prima volta non si scorda mai, al di là del risultato. E adesso lo sa bene anche Jorge Luiz Frello, all'esordio assoluto in Champions League ieri al San Paolo. Dalle giovanili del Verona dopo aver lasciato giovanissimo il Brasile al massimo palcoscenico europeo, il coronamento di un sogno e di un processo di crescita basato su umiltà e qualità. 

Nessuna emozione tuttavia, alla sua prima apparizione non ha sfigurato. Non è stata nemmeno la sua miglior prestazione in azzurro, ma ha dato qualità e quantità prendendo per mano il centrocampo sotto gli occhi attenti del neo ct Antonio Conte. Una prestazione lucida e meticolosa, nonostante il cartellino giallo rimediato all'avvio che l'avrebbe potuto particolarmente condizionare. Qualche errore c'è stato, ma ieri il 25enne di Imbituba si è distinto anche per il lavoro di copertura effettuato al lato di Gargano. Muscoli e idee, un mix che fa ben sperare anche in vista della prossima stagione dopo gli ottimi propositi dei primi sei mesi azzurri. Geniale e millimetrico il lancio nella prima parte della gara per Lorenzo Insigne, così come positivi sono stati altri spunti. Da migliorare l'interpretazione generale del ruolo, ma che prediliga un centrocampo a tre non è un mistero. Intanto buona la prima. 

Adesso la prova del nove, la competitività in mediana sarà maggiore rispetto allo scorso anno. Se nella precedente stagione era Inler l'unico giocatore di impostazione considerando la capacità d'inserimento di Dzemaili e quella di rottura di Behrami, quest'anno il tasso tecnico sarà maggiore. Ufficiale l'arrivo di Jonathan De Guzman noto per il piede piuttosto educato, il secondo centrocampista quasi sicuramente sarà un altro giocatore prevalentemente di qualità e sempre con esperienza internazionale. Il talento italobrasiliano potrebbe quindi partire da una piccolissima posizione di svantaggio nelle gerarchie di Benitez. Chiaramente non esiste il rischio di finire nel dimenticatoio, l'investimento realizzato dalla società è stato importante e le partite a disposizione sono molte, ma è concreto il 'rischio' di non essere protagonista come l'atleta vorrebbe e potrebbe. Mente e cuore quindi per un doppio obiettivo, un doppio azzurro. Napoli e l'Italia lo aspettano. 

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