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Italia, conferenza Spalletti: "Contratto con ADL? Avvocati a lavoro. Napoli è felicità! Raspadori centravanti, sul modulo..."

02.09.2023
11:55
Redazione

Conferenza Spalletti Italia in diretta con le parole del commissario tecnico della Nazionale. Le prima parole da ct di Luciano Spalletti che parla in diretta in conferenza stampa

Conferenza Spalletti Italia in diretta con le parole del commissario tecnico della Nazionale. Le prima parole da ct di Luciano Spalletti che parla in diretta in conferenza stampa.

Italia: conferenza Spalletti

Ultime notizie - Queste le parole di Luciano Spalletti che parla in conferenza stampa dalle ore 11:00:

Inizia a parlare Gravina: "Vogliamo mandare un messaggio a tutte le vittime del lavoro. Inizia l'era Spalletti, abbiamo dovuto affrontare una crisi importante e imprevista senza precedenti per alcune modalità. Abbiamo affrontato questa crisi con grande serietà e silenzio. C'è la voglia di reagire e manifestrare rivalsa. Non vogliamo mostrare rabbia, c'è sciuramente un pizzico di delusione. La nostra è stata una reazione composta che ha portato soprattutto nell'aprire un nuovo capitolo. Sono felice e orgoglioso di aprire il capitolo con Spalletti, sono motivato come detto in questi giorni. Sul piano tecnico non devo dire nulla su Spalletti, la storia parla da se ed è chiara. La cosa che mi ha colpito è stato il suo lato personale. Con le sue idee innovative e qualità possiamo andare lontano. E' uno legato ai suoi territori, alla famiglia e al gioco del calcio. Questo è il valore che ho apprezzato di Luciano. Quando ci siamo visti con lui ci siamo seduti a tavola e lui ha esordito dicendo 'Presidente non perdiamo tempo, lei faccia le sue riflessioni ma non approfitti di me, io voglio allenare la Nazionale Italiana'. Questo dice tutto sulla sensibilità e una persona che vuole allenare la Nazionlae di calcio. La presenza di Boban dimostra la sensibilità verso il nostro calcio, non solo perché siamo ancora campione d'Europa in carica. Il calcio europeo è una grande famiglia e sono felice che la Uefa abbia mandato Boban da noi. Siamo orgogliosi che anche un profilo come Buffon sia con noi".

Prende parola Spalletti:

"Grazie a tutti voi che siete qui e alla Federazione. Sono stati giorni molto intensi, mi hanno dato tutto quello che serviva per sviluppare il mio lavoro in maniera completa. Ho passato molto tempo in questo luogo (Coverciano, ndr) che si può definire l'Università del calcio. La bandiera dell'Italia la riporterò in campo quando vado in panchina, spero di far rinascere quel sogno tutti isieme per poter portare questa bandiera di quella favola che è successa a me per tutti quelle migliaia di bambini.

Il presidente ha già anticipato la mia voglia di allenare l'Italia con grande determinazione per assumere questo incarico. Sono stato felicissimo dalla prima telefonata. Per quanto riguarda il Napoli...lì è stata un'esperienza bellissima, la squadra, la tifoseria, la città. Lì è stato qualcosa di travolgente più di quando qualcuno si può aspettare qualcosa di simile. E' un ricordo bellissimo quello di Napoli. Clausola? Niente mi farà retrocedere dall'aver preso la decisione corretta, ci sono però delle cose che dobbiamo mettere a posto e stanno lavorando gli avvocati. Spero si possa arrivare alla miglior soluzione per entrambe le parti.

Cerco la felicià, io la cerco ma condivisa con le altre persone. Napoli è stata felicità per me. Ora bisogna urlare la nostra felicità a vestire questa maglia. Voglio vedere un senso di appartenenza. Non è una maglia qualunque dell'Italia. De Rossi diceva che aveva due maglia, la maglia del club e quella della Nazionale. Verratti e Jorginho era impensabile portarli, visto che non hanno fatto minutaggio. Sul numero di convocati, non troppi perché poi so quanto è pesante dire ai ragazzi: andate in tribuna, lo so bene. Sul comportamento dei calciatori, non ci sono deroghe.

Rapporti con i club e percentuale di italiani in campionato? So le difficoltà che hanno i club poi con le convocazioni, poi i club devono sapere che il bene della Nazionale è il bene di tutto il calcio italiano: è una cosa che gli viene restituita. Non dobbiamo mai essere in contrasto. Cercherò con gli allenatori di avere un rapporto continuo. Ho già cominciato a chiamare qualcuno. Fra allenatori e calciatori, ma non sono riuscito a chiamarli. Ci sono calciatori che non ho convocato che meritavano di esser messi al corrente prima che lo leggessero dai giornali. Un detto indiano dice: non è dove nasci che rivela la tribù alla quale appartieni, ma è dove muori. Dobbiamo andare a prendere ciò che troviamo, anche da altre parti del mondo. Non contano i documenti che uno ha in tasca, ma conta la partecipazione e la voglia di far crescere il nostro calcio e di rappresentare la nostra storia. Non abbiamo alibi, abbiamo una storia con Lippi, Bearzot, Pozzo, che ci ha indicato la nostra strada. Non ci sono scuse ed alibi".

Nella sua testa, prende in eredità la Nazionale campione d'Europa o quella che non è andata al Mondiale?

"Io nella mia testa prendo per esempio tutte le cose di cui ho parlato adesso, non prendo i risultati. Da Mancini eredito una buona Nazionale, lui ha vinto un Europeo ha fatto un record di 37 risultati utili consecutivi e ha lanciato molti giovani. L'ha fatto in maniera imponente e ha scoperto talenti utili. Poi bisogna cancellare assolutamente l'amarezza di due risultati che ci sono successi, dobbiamo assolutamente prendere le distanze, prendere la distanze dal pensare che il nostro è un calcio minore. E poi dobbiamo fare un calcio che piace a tutti: è sempre la giusta via di mezzo ciò che riesce a prendere più cose e a far partecipare più anime e a rendere più redditizio il lavoro che fai. Noi vogliamo fare un calcio che somigli a una Nazione forte come l'Italia".

Chi saranno i leader di questa Nazionale? Chi sarà il suo regista?

"Di leader non ne basta uno solo. Quando si veste questa maglia bisogna avere la postura di chi sa che vestirà questa maglia, affrontiamo sempre giocatori importantissimi. Un leader solo non basta ma è chiaro che poi ci saranno giocatori con più esperienza, con meno timidezza. La responsabilità è una cosa che in alcuni momenti ti schiaccia ma per essere persone forti abbiamo bisogno della responsabilità. Questo incarico che il Presidente mi ha dato è della massima responsabilità, ho intravisto in tutte le persone che sono venute a trovarmi per sistemare le cose che la Nazionale è una cosa importante. Io senza responsabilità non so dare il meglio di me stesso, quando qualcuno vuole impormi la sua legge e mi viene addosso che divento migliore. Per essere belli bisogna essere veri, pratici, giusti, per vestire questa maglia dobbiamo dare battaglia. Sul regista dico che ne ho più di uno, ma va messo in un contesto. Intanto noi vogliamo giocare con la difesa a quattro e qualcuno è stato scelto tra i convocati perché gioca a quattro. Poi secondo me non c'è differenza perché chi gioca a tre sposa benissimo il calcio che vogliamo fare perché noi vogliamo sempre andare a prendere la palla. Ci sono due cose che contano nel calcio: pressione e costruzione, poi tutto il resto viene di conseguenza. Sono cose che vogliamo provare a fare: vanno messe un po' tutte insieme. Il regista può avere diverse caratteristiche, può essere più di gioco o più tignoso. Di registi in squadra ne abbiamo, uno è il regista della Juventus (Locatelli, ndr). Lui ha il regista nella Juventus e poi ci sono anche altri calciatori senza fare nomi... ma Cristante lo sta facendo in maniera splendida e ha quella fisicità che ti può aiutare in una parte della partita e potrà aiutare di più i suoi compagni di reparto. Ora la fisicità è diventata una cosa fondamentale nel calcio".

Lei viene dal Napoli, dal centravanti più forte del campionato. In Nazionale chi sarà il padrone di questa maglia? Mancini nel primo biennio ha alternato Belotti e Immobile

"Di centravanti ce ne sono in Italia, ci sono giocatori in grado di vestire questa maglia. Ho chiamato Raspadori in quel ruolo. Non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio, ne ho chiamati altri tre e andrò a conoscerli. Poi è chiaro che quello fisico ha caratteristiche ben precise, ma magari Raspadori è più bravo a partecipare al gioco di squadra. Andremo a cercare cose e risposte che siano complete e ci possano dare entrambe le cose, altrimenti cercheremo di calcare la mano su chi è ben calibrato su certe caratteristiche. Ma ci sono potenzialità uguali da poter sfruttare e poi secondo me ci sono anche giocatori di altre posizioni che possono giocare lì, c'è un lavoro da fare che è una cosa normale per chi ricopre il mio ruolo e poi ho portato come me i miei collaboratori. Mi fido molto di me stesso, ma anche di loro".

Si è lasciato una via di fuga anche per la difesa a tre?

"Ulivieri e Viscidi ci hanno insegnato che poi lo schema di gioco è una roba liquida, poi si vanno a fare e a interpretare posizioni dove si riscontrano altri schermi di gioco. Ci saranno momento in cui la squadra deve difendere come si vede nelle più grandi squadre e in questi momenti qui si va ad avere uno schema diverso. Certo, sarò attento anche alle qualità dei calciatori, non bisogna essere rigidi, bisogna collegare le cose. Noi partiremo con la difesa a quattro, poi ci può stare cambiare. Cristante, dovesse giocare, potrebbe schiacciarsi nella linea difensiva, però noi si va a cercare di mettere in pratica una idea di calcio ben precisa. Difesa a quattro".

Si può pensare a un centrocampo folto? E poi cosa c'è a Empoli che vi ha permesso di crescere in questo modo?

"Il centrocampo è un territorio importante dove si possono costruire tante cose. Noi abbiamo un centrocampo tra i più forti in circolazione e questo è fondamentale per costruire qualsiasi tipo di gioco. Noi partiremo col 4-3-3, poi se avremo bisogno di uno più offensivo si può andare a mettere un sottopunta e passare al 4-2-3-1. Inizialmente si va a percorrere questa strada qui. Su Empoli dico che innanzitutto il presidente Corsi è bravo a fare calcio, quello è un ambiente che mette a suo agio i calciatori per fare una vita tranquilla per il ragazzo che si presenta per le prime volte nello spogliatoio. Ci sono determinate caratteristiche e poi ad altre parti ci sono altre cose, a Napoli tutti diventano più forti perché sentono l'amore. E così alla Roma, all'Inter e così via... Quella pressione ti permette di diventare del livello superiore perché sono abituati a vedere quel livello di calcio. A Empoli i giocatori li introducono e poi credono nei giovani e lanciano i giovani".

Chiusura di Spalletti: "Forse non sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionale, ma sarò il miglior Spalletti possibile".

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