Coppola: "Napoli-Milan? Mi aspetto un Maradona dodicesimo uomo in campo, Osimhen saprà essere determinante. Sulle assenze..."

17.04.2023
12:19
Redazione

L'ex Napoli Nando Coppola sul ritorno di Champions League contro il Milan al Maradona

Notizie Calcio Napoli - Il collega Luca Cerchione, giornalista de Il Roma, ha relizzato un'intervista nella quale ha parlato all'ex portiere del Napoli Nando Coppola.

Queste le sue parole:  

Il Napoli odierno, con uno Scudetto per il quale si attende ormai solo la matematica certezza, ed un quarto di Champions ancora tutto da decidere, è chiamato al momento più importante della sua storia. Fatta eccezione, ovviamente, per l’epoca Maradoniana. Con due campionati di Serie A vinti, ed una Coppa Uefa – quando essa valeva, forse, qualcosa in più dell’attuale Champions League - gli azzurri dell’allora presidente Ferlaino hanno lasciato un segno indelebile nei 97 anni di storia del club partenopeo. Se la gestione De Laurentiis potrà eguagliare o meno quella ‘dell’ingegnere’ non possiamo ancora saperlo, ma l’abbiamo chiesto a chi, in quel Napoli, è cresciuto, prima nel settore giovanile poi nella prima squadra. Nando Coppola, crede che questo Napoli possa replicare il ciclo di successi, anche europei, del glorioso passato azzurro?

“Credo di sì. Il Napoli è strutturato, ormai da un po’ di anni, per ambire a traguardi importanti. La dimostrazione è ben rappresentata da quanto la squadra riesce ad esprimere, oggi, in termini di gioco. Un assetto europeo che consentirà al Napoli di crescere ancor più nei prossimi anni”

Il Napoli, però, non è riuscito a raccogliere molto nel doppio confronto contro i rossoneri?

“Vanno sempre fatte analisi che siano accurate. Fermarsi al risultato sarebbe riduttivo. La sconfitta subita in campionato è certamente eclatante. È tuttavia il merito di un Milan che ha saputo imporre un grandissimo atteggiamento. Escludo, a tal motivo, eventuali rilassatezze ‘ da classifica’ dei partenopei. Non ho mai visto un Napoli arrendevole, soprattutto in balìa dell’avversario. La sconfitta del Maradona è, dunque, episodica, frutto anche della capacità degli uomini di Pioli di sfruttare al massimo le proprie occasioni. In Champions, invece, potremmo raccontare di parate decisive di Maignan, di salvataggi sulla linea. Non vi è, pertanto, davvero nulla da dire sull’atteggiamento degli azzurri. Il risultato è aperto e consente al Napoli di sfruttare il Maradona per ribaltare il risultato. Vedere il bicchiere mezzo vuoto sarebbe eccessivo”.

Martedì si aspetta un Maradona che possa essere il dodicesimo uomo in campo?

“Assolutamente sì. La passione, la voglia di raggiungere un traguardo storico sapranno e dovranno prevalere. Le poche volte che sono tornato a Napoli, ed ho girato per la città, ho avvertito una energia ed un entusiasmo incentrate soprattutto sullo straordinario percorso europeo della squadra. C’è, dunque, un obiettivo storico da raggiungere, ed il pubblico saprà fare la sua parte. Ho letto, in tal senso, delle recenti polemiche. Non ne sono pienamente informato, e preferirei non sbilanciarmi. Le polemiche, così come gli alti e bassi, ci sono sempre stati. A prescindere da tutto, pertanto, Il Maradona, per me ancora San paolo (ride n.d.r), saprà rivelarsi fattore decisivo”.

La sfida nella sfida, tra Maignan e Meret, è stata ampiamente vinta dal francese?

“Va anche detto che il portiere francese è stato sollecitato maggiormente. Maignan ha dato seguito a quanto aveva dimostrato anche la scorsa stagione, nonostante le noie fisiche di quest’anno. Un portiere davvero forte, che ha mostrato di meritare una maglia come quella rossonera, e di poter raccogliere la difficile eredità di Donnarumma. Mike è stata una grande intuizione dei dirigenti rossoneri, ed ha saputo adattarsi ottimamente al nostro campionato. Per quanto riguarda Meret, parliamo di un portiere ormai già scudettato. Alex paga probabilmente il peso degli episodi, quasi sempre decisivi in sfide di questo tipo. Magari sarà proprio l’azzurro a mettere lo zampino vincente nella gara di ritorno”.

Al ritorno mancheranno sia Kim che Anguissa, qual è l’assenza a cui sarà più difficile sopperire?

“E’ una bella domanda. Sono due calciatori che hanno saputo dimostrarsi tasselli importanti dello scacchiere azzurro. Kim mi ha impressionato tantissimo. Il difensore è, anch’egli, una felice intuizione dei dirigenti. Chiamato a sostituire un colosso come Koulibaly, è divenuto il riferimento della retroguardia partenopea. Dunque, sarei propenso a ritenere l’assenza di Kim più problematica per gli equilibri di reparto. Quest’anno, però, critica e tifosi hanno potuto ammirare la capacità del Napoli di sfruttare l’organico in tutta la sua completezza. Chiunque sia entrato dalla panchina ha saputo contribuire concretamente al risultato, dando continuità al lavoro svolto dai titolari. Sono sicuro, pertanto, che i calciatori chiamati a sostituire Kim ed Anguissa sapranno fornire il giusto aiuto alla causa degli azzurri”.

Come si trova la giusta concentrazione per la sfida di campionato contro il Verona considerando che, soltanto quattro giorni dopo, la squadra sarà chiamata allo scontro decisivo con il Milan?

“Ci sono tanti obiettivi in ballo. In primis la squadra vorrà riscattarsi per la sconfitta del Meazza. Ci sarà anche la voglia di raggiungere quanto prima l’obiettivo del tricolore. Non escludo, a tal motivo, che il tecnico possa concedere un turno di riposo a quei calciatori che hanno speso tanto in termini psico-fisici nella sfida di San Siro. I fattori, e le motivazioni, a cui attingere, per poter creare qualcosa di bello, non mancheranno. Non dimentichiamo che il Verona è la squadra che impedì al Napoli di Gattuso di qualificarsi per la Champions, proprio all’ultima giornata”.

Se fosse un collaboratore di Spalletti, suggerirebbe al tecnico un turnover contro il Verona, in virtù anche del ritorno di Champions?

“Spalletti non credo abbia bisogno dei miei consigli. Tuttavia, da ex giocatore del Milan, seppur non direttamente, ho vissuto queste sfide di Champions. Ciò che posso dire è che l’aspetto che maggiormente rischia di venire meno dopo gare del genere è l’energia mentale. I miei compagni percepivano quasi una necessità di rifiatare dopo un dispendio, fisico e psicologico, particolare. Affrontare un avversario di campionato, dopo aver giocato al Bernabeu o al Camp Nou, era sempre difficile. Un turnover, dunque, credo possa fare soltanto bene alla squadra”.

Osimhen potrà essere l’uomo della partita, al ritorno?

“Sicuramente. Lo è stato spesso, e credo potrà esserlo anche al Maradona. L’impiego del nigeriano sarà un rischio calcolato, ma saprà essere determinante”

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