Cambi ok, ma ci sono due appunti per il futuro

13.12.2020
19:00
Claudio Russo

L'analisi di Napoli-Sampdoria

Qual è il vero Napoli? Quello del primo tempo che non trova uno spazio seppur mantenendo il pallino del gioco, oppure quello del secondo che prepotentemente impone la propria superiorità tecnica tramutandola in vittoria nel giro di due azioni? Difficile dare una risposta precisa, ma alcune indicazioni dal match con la Sampdoria sono arrivate.

Le scelte iniziali di Gattuso non sono state fortunate: Ranieri ha rinunciato sostanzialmente a giocare, ma al tempo stesso ha creato densità centrale con due linee molto strette. Il Napoli ha trovato spazi solo sulla fascia, peraltro inutili vista la presenza del mingherlino Mertens, solo al centro dell’attacco. La compattezza della Sampdoria è stata accompagnata dalla veemenza nelle ripartenze, premiata dal gol di Jankto favorita dai movimenti errati di Di Lorenzo e Meret.

Spazi negati, ma anche poco filtro a centrocampo: la posizione di Verre ha permesso alla Sampdoria di saltare la coppia Demme-Fabian nel giro di un paio di tocchi, trovando facile sponda nella prestazione estremamente negativa dello spagnolo: essere incappato in una delle prove peggiori degli ultimi mesi, e vedere Zielinski nella ripresa al suo posto con risultati opposti, può essere un indizio in vista dell’Inter? Chissà.

Due partite nel giro di 90 minuti, dicevamo. Il palcoscenico è tutto per Lozano, ormai integrato nel miglior modo possibile nel ruolo di esterno destro (e pensare che con Ancelotti l’abbiamo visto annaspare da punta centrale): Augello ricorderà per un bel po’ il numero 11 del messicano, soprattutto nell’azione del 2-1. Cambi azzeccati per Gattuso, che ha riparato alla scelta iniziale aggiungendo centimetri e chili con Petagna, e sfruttando l’esterno con Lozano rispetto ad un altro più dedito al taglio centrale come Politano.

I tre punti alla fine arrivano anche grazie ad una manovra più fluida, ad una squadra più tranquilla col risultato acquisito e soprattutto con una Sampdoria meno compatta rispetto al primo tempo, con il tasso tecnico che alla fine fa la differenza (come la coppia Manolas-Koulibaly a tenere a bada uno spento Quagliarella). Restano due appunti per il futuro: la mancata uscita di Meret sul gol dello 0-1, un altro punto a favore di Ospina; la poca rapidità di Fabian, aggredito dai mediani avversari ed apparso poco lucido, forse appannato fisicamente - più degli altri, non si può pretendere continua esplosività con tutte queste partite. Giocare ogni tre giorni significa dare fondo a tutte le risorse della panchina, e la coppia Lozano-Petagna ha tenuto fede alla fiducia riposta da Gattuso.

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