Chi si accontenta non gode

13.02.2016
23:40
Redazione

di Dino Viola

C’è amarezza, non c’è dubbio. Il calcio ha mostrato il suo lato spietato. C’è anche tanta sfortuna, per una deviazione che decide il primo posto in classifica. Senza quella deviazione si sarebbero consegnati i tre punti alla noia, figlia di una tensione che seppur stemperata in settimana, ha rosicchiato metri di campo alle fasce del Napoli. 

Era giusto chiedere un sacrificio in più in copertura ad Insigne e Callejon quando si gioca sugli stessi binari di Cuadrado e di Pogba, ma non al punto da rinunciare ad aggredire la difesa avversaria sugli esterni. Non era nelle intenzioni del tecnico, questo è scontato ma è il risultato che si è visto in campo. Con Higuain stretto nella morsa bianconera e per giunta servito con inusuali palloni alti, per la felicità di Barzagli, il possesso palla del Napoli è risultato sterile. Insomma, c’è da dire che Allegri ha mantenuto la promessa fatta alla vigilia: non bisogna far arrivare palloni ad Higuain.  Poi nulla più: gioco sterile anche per la Juventus.

Nessuna delle due squadre ha osato affondare il colpo, sempre molto attente a non sbagliare: una buona mossa per regalare al Napoli l’illusione di un pareggio, che avrebbe accontentato gli azzurri, almeno così è parso dall’atteggiamento. Dall’altro lato, una Juventus sorniona e fortunata ha aspettato il momento morto della partita (come fatto con altre squadre, vedi la Roma) per operare il sorpasso non troppo meritato, per quello che si è visto in campo stasera. 

Forse la possibilità di avere due risultati su tre a disposizione non ha giovato agli azzurri, di fatto resta il rammarico di non aver espresso il calcio sin qui apprezzato. E’ mancata la sfrontatezza di non fermarsi difronte al pari. Imparata la lezione, si riparte tenendo ben presente che chi si accontenta non gode. Vale anche per le prossime tredici partite.

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