
De Bruyne ora e McTominay prima. Il Napoli oggi è un club che prende i simboli di Manchester e li porta a casa
Sono state otto ore da otto...volante. Ma il risultato giustifica tutto, giustifica l'attesa all'aeroporto di Fiumicino, quella a Villa Stuart sotto il sole, quella all'esterno dell'abitazione di Aurelio De Laurentiis e alla sede della Filmauro. Kevin De Bruyne è un nuovo calciatore del Napoli, qualcosa che a scriverlo fa strano.
di Claudio Russo (@claudioruss)
Il belga è il colpo più importante dell'era De Laurentiis, per lignaggio e carriera trascorsa, per il momento storico del calciatore che accetta l'azzurro e per il fatto che ad oggi, in Italia, un progetto più in salute del Napoli non c'è. Un colpo senza precedenti, ancora più di Romelu Lukaku che lo scorso anno sembrava aver fatto deviare l'idea di mercato portata avanti dal Napoli fino all'estate scorsa. Pensare che due anni fa, per rinforzare il centrocampo del Napoli, veniva firmato all'oscuro di tutti Jens Cajuste. Stavolta si firma tutt'altra materia calcistica.
Il grande merito di Giovanni Manna, che ha tessuto la tela della trattativa con un altro viaggio a Manchester, dopo McTominay De Bruyne, un simbolo del City dopo un simbolo dello United, un calciatore che rappresenta il top del ruolo dell'ultimo decennio, e se oggi non è un top 3 è sicuramente un top 10 se non un top 5. Chi se ne frega dell'età, ad uno come De Bruyne si dice sì sempre, comunque. Per Antonio Conte non sarà un problema metterlo in campo, meglio avere due giocatori di alto livello per una maglia che uno solo, come diceva la pubblicità dei gelati.
Vi rendete conto, Kevin De Bruyne è un giocatore del Napoli. Un quadriennio fa, sembrava ieri, il Napoli perdeva la qualificazione Champions naufragando contro il Verona. Oggi ci si ritrova con due scudetti in quattro anni, con Conte in panchina e tanti ragazzi acquistati dalla Premier League in campo. L'avessero detto allora, si sarebbero messi all'opera i migliori specialisti. E ancora: poco più di un anno fa sembrava tutto finito, sembrava tutto mandato allo sfascio. Poi c'è stato Antonio Conte, e da lì un mercato principesco, e uno scudetto. Ora c'è King Kev. Chissà il futuro.