Napoli-Liverpool
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Lottare con le grandi sta diventando un'abitudine: il Napoli batte i pregiudizi e zittisce i criticoni del mercato

18.09.2019
11:30
Simone Scala

Napoli-Liverpool di Champions League zittisce tutti i critici del calciomercato e i tattici, che nelle prime giornate criticavano Ancelotti per il modulo 'nuovo'

Il giorno dopo pensi e ripensi all'impresa fatta: battere i campioni in carica del Liverpool al San Paolo e lanciarti verso la corsa al primo posto nel girone. Ma perché chiamarla impresa? Vincere contro le big d'Europa è diventata un'abitudine, le aspettative dei tifosi sono sempre alte e gli azzurri sanno come regalare emozioni forti ai propri sostenitori. Lo scorso anno un brivido di Insigne al 90' regalò i tre punti al Napoli, battendo i Reds reduci da una finale di Champions League contro il Real Madrid, persa a Kiev per 3-1. Poco meno di un anno dopo la storia si ripete, non è un semplice dono del destino ma una certezza.

Napoli-Liverpool

Il fattore Carlo Ancelotti è determinante, un tecnico esperto in questa competizione è la marcia in più per sfruttare tutte le componenti che una partita così importante ti offre. Affidarsi a Di Lorenzo, la scelta di Mario Rui, la cattiveria di Fabian e il cambio di Llorente sono alcune delle mosse azzeccate del tecnico di Reggiolo che ha nuovamente messo al tappeto Klopp al San Paolo. 

Eppure c'è chi criticava il mercato, la difesa troppo alta e la mancanza di top player in squadra: ieri è la dimostrazione che nel calcio conta solo ciò che si fa nel rettangolo di gioco, tutto il resto sono chiacchiere da bar. E proprio queste avevano dipinto un Napoli senza idee e inferiore rispetto a Juventus e Inter, gli stessi nerazzurri che ieri hanno pareggiato contro lo Slavia Praga in casa al 92'.

Di Lorenzo, Manolas, Elmas, Lozano Llorente hanno preso parte alla vittoria di ieri sera: arrivati in estate tra lo scetticismo generale, sono riusciti a conquistare il San Paolo. L'attaccante messicano ha la fiducia di Carlo Ancelotti per ciò che ha fatto vedere in campionato, sovrastato dalla possente difesa del Liverpool è riuscito a creare qualcosa: gli è stato annullato anche un gol perché in posizione di offside. Il terzino destro, all'esordio ufficiale in Champions League, sembrava un veterano al cospetto di Manè che sta ancora pensando a come dribbarlo. Llorente catagolato come un calciatore finito, ha saputo sfruttare l'unica occasione avuta facendo esplodere il San Paolo e tagliare le gambe al Liverpool. Manolas ha formato una diga umana con Koulibaly, tranne per quel errore tecnico su Salah ma ci ha pensato Meret a salvare il greco. Infine Elmas è entrato in campo con nonchalance sapendo di dover lottare e prendersi più falli possibili per far scorrere minuti preziosi in un finale di gara come quello di ieri sera.

Criticare senza motivi validi è semplice, si punta sempre il dito contro Aurelio De Laurentiis per la sua mancata campagna acquisti da spendaccione: ma a cosa serve? Il Napoli è una società piccola rispetto alle big d'Europa eppure in campo ogni volta dimostra di essere alla pari. Questo significa che, forse, l'operato di Giuntoli nella scorsa sessione estiva di mercato non è stato da spettatore, anzi: ha confermato i big, venduto gli esuberi e saputo acquistare calciatori che servono alla causa. Ieri sera il Napoli non ha vinto solamente contro il Liverpool ma anche contro tutti i pregiudizi. Inutile criticare solamente per il giusto di farlo.

di Simone Scala

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