I 5 problemi che Ancelotti può (deve) risolvere...

07.10.2019
20:00
Fabio Cannavo

Non è da oggi che questo Napoli non convince. E' da un po' di tempo che la squadra di Ancelotti non fa felici i tifosi del Napoli. Sono diverse le motivazioni che portano i supporters azzurri a pensare che questa squadra è la peggiore vista dell'era De Laurentiis, considerato il periodo da Mazzarri in poi. 

Noi ne abbiamo analizzate cinque di motivazioni. Motivi che mettono sulla graticola Carlo Ancelotti:

Squadra senza identità tattica - Cominci il ritiro precampionato impostando il mercato (siamo sicuri?) sull'idea di 4-2-3-1, poi inizia la stagione e passi ad un più collaudato 4-4-2. Un modulo più compatto che ha permesso al Napoli di tenere la squadra più corta. Nemmeno il 4-4-2 è andato a genio ed ecco che, a Torino, il Napoli ha cominciato col più congeniale 4-3-3. Ad oggi possiamo dire che è stata fatta troppa, ma troppa confusione. Lo schema tattico utilizzato all'Olimpico, ieri sera, è quello più consono alle caratteristiche dei giocatori che hai a disposizione, ma devi continuare su questa strada, senza far passare i primo 70 minuti di gioco e tornare al vecchio fasto del 4-4-2. Così non ha senso.

Non c'è un undici predefinito - Il turn over è una cosa, ma per lo stravolgere modulo ed uomini va coniato un termine nuovo. Potremmo definirla eterna rivoluzione per Carlo Ancelotti. Oggi gioca Llorente, domani Mertens e dopodomani gioca Lozano. Così non crei continuità, non permetti ad ogni singolo giocatore di entrare in condizione fisica e psicologica. Ogni squadra che ha fatto la storia ha un undici base sul quale andare a porre delle modifiche, partita per partita, a seconda delle condizione fisica e degli avversari. 

Squadra senza mordente - Non si legge negli occhi dei calciatori azzurri quella fame che si percepiva fino a qualche tempo (ormai lontano) fa. Troppi i calciatori che scendono sul terreno di gioco come dovessero farlo solo per dovere e non per passione. C'è poca grinta, si passeggia. Anche la squadra più forte se scende in campo così non va da nessunissima parte.

Giocatori adattati - Adattare un calciatore non è un discorso da fare se hai in mente di vincere qualcosa o di competere ad alti livelli. Insigne non è un esterno in un centrocampo a quattro, Zielinski non è un regista, Fabian non è un esterno, Lozano non è un centravanti. Questo solo per citarne alcuni di...pesci fuor d'acqua. 

Eccessiva diplomazia da parte di Ancelotti davanti le telecamere - "Abbiamo fatto una buona partita" si può ascoltare dopo una vera buona partita, ma non dopo Genk o Torino. Certe frasi dell'allenatore del Napoli lasciano pensare a una presa per i fondelli. Sentir parlare di gara buona dopo le ultime sciagurate prestazioni può significare due cose: o chi capisce di calcio è solo Ancelotti oppure sta provando a difendere l'indifendibile prendendo in giro chiunque ascolti quell'intervista.

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

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