Il corso di Laurea, i tatuaggi e quel numero 10: Jack è fuori dagli schemi

25.09.2022
16:00
Redazione

Giacomo Raspadori sta vivendo un buon momento dopo l'addio al Sassuolo e l'approdo al Napoli: il profilo che sta emergendo in questi mesi è quello di calciatore atipico.

Non ha tatuaggi ed è uno studente del corso di laurea in Scienze Motorie: ma che giocatore è, che personaggio è Giacomo Raspadori? Senz'altro atipico con quella faccia pulita, chissà cosa si è messo in testa. Non rispecchia i canoni estetici talvolta discutibili del calciatore moderno, fatto obbligatoriamente di eccessi e di mode bizzarre. Un po' fuori dagli schemi e questo forse lo hanno capito anche gli ultimi suoi allenatori: da Dionisi a Spalletti passando per Mancini.

Lo scorso anno col Sassuolo Giacomo Raspadori in Serie A ha disputato 36 partite con 10 gol e 6 assist. Di queste 36 partite, 21 da seconda punta, 9 da ala sinistra, 6 da prima punta. Il tecnico Dionisi gli cambiava ruolo a seconda delle esigenze di formazione ma anche in base all'avversario, poi con il crescere di Traorè sulla sinistra lo ha impiegato con maggiore frequenza al fianco di Scamacca. Di fatto 6 gol su 10 li ha realizzati da seconda punta.

Da punta centrale soltanto 2 reti a conferma del fatto che per caratteristiche soffre difensori centrali dotati di una certa fisicità. Diversamente da seconda punta non dà punti di riferimento e riesce a ritagliarsi lo spazio necessario per andare a concludere come fatto con lo Spezia, come con l'Inghilterra. Giocatore di movimento e di rapidità, che negli spazi stretti riesce a creare pericoli. Staziona spesso nella stessa zolla di Zielinski come confermato da Spalletti nel 4-2-3-1, e come preferiva anche Dionisi. Ma lo abbiamo visto anche nel 4-3-3 da prima punta.

E per ultimo nel 3-5-2 provato dal ct Mancini nelle vesti sempre di seconda punta: a proposito, quel numero 10 sulle spalle nemmeno rispecchia il suo reale ruolo, non è un fantasista vecchio stampo ma questa è una valutazione nostalgica. Di certo non va sottovalutata la duttilità e soprattutto la volontà di mettersi agli ordini dell'allenatore, senza troppe polemiche e di accettare le decisioni: di calciatori che brontolavano col tecnico ne abbiamo visti qui a Napoli. Forse anche per questo aspetto tutti e tre i tecnici lo hanno scelto, al di là dei moduli, al di là degli schemi.

Adesso proviamo a prendere questi numeri, queste considerazioni e rileggiamole alla luce dei sui 22 anni e della crisi di talenti che si vive nel nostro calcio. Rivediamo quel gol contro gli inglesi tenendo ben presente l'età e il periodo attraversato dalla nostra nazionale. Non vi sembra un calciatore un po' atipico? Che va contro tendenza, qualcosa di irregolare? Fuori dagli schemi?

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