Il Napoli prima va in vantaggio, poi si affloscia: un dato preoccupante dietro i sette punti persi, prima ancora del 'fuorigiri' accennato da Conte

24.02.2025
07:25
Claudio Russo

Il Napoli nelle ultime quattro partite ha totalizzato tre punti, non vincendo mai e completando un ruolino - quello delle zero volte in cui sono arrivati i tre punti - pari a Empoli, Monza e Venezia. Ovvero le ultime tre della classifica di Serie A. Facendosi recuperare quattro punti dall’Inter, dal Milan, cinque dalla Lazio (e dall’Atalanta), sei dalla Juventus.

di Claudio Russo (@claudioruss)

Sicuramente il non-mercato ha influito: il Napoli ha ceduto Kvaratskhelia ed altri, e li ha sostituiti con giocatori che ad oggi hanno sommato 71 minuti (Okafor 9, Billing 62 con l’asterisco legato alla diffida che pendeva su Anguissa). Anche gli infortuni hanno acuito una situazione che vedeva solo 12 giocatori (e Kvara) sopra i 1000 minuti, perchè tanto la stanchezza sarebbe arrivata lo stesso, prima o poi.

C’è però un dato di questo mese senza vittorie che preoccupa: sei punti persi da situazione di vantaggio, sette con quello di oggi sul pareggio, il calo costante da un certo punto della partita in poi. L’inefficacia offensiva, soprattutto nel secondo tempo:

  • zero tiri in porta con la Roma dal 29’ in poi;
  • uno con l’Udinese dal 37’ in poi;
  • uno con la Lazio dal 13’ in poi;
  • due con il Como dal 17’ in poi.

Quattro conclusioni nello specchio in 264 minuti dopo un gol segnato, un dato che, per una squadra che ha come obiettivo la Champions ed ha passato 15 giornate da capolista solitario, non può passare inosservato. Anzi, può e deve preoccupare. Più del fatto che prima di ieri, dal 24 novembre, escludendo i recuperi, Lobotka aveva saltato 20 minuti di campionato, Anguissa 46, McTominay 21. Sui 1260 minuti potenziali, 3780 nel terzetto di centrocampo, ne avevano giocati 3693, il 97,7%.

Cosa succede al Napoli a livello mentale? Se prima la squadra sembrava dare sensazioni simili a ‘so di essere forte, ma se gioco di squadra e seguo l’allenatore non solo segno, ma decido anche il ritmo della partita’, adesso sembra molto più annebbiata, di testa e consequenzialmente poi di gambe: come a dire ‘so di essere forte, ma ho raggiunto un limite per cui devo provare a chiudere subito la partita, altrimenti potrei soffrire’.

Il famoso ‘fuorigiri’ di Conte, che a Como poteva ripetere quello che aveva detto contro la Lazio: chi faccio entrare? Ma la questione della profondità effettiva della panchina, al netto degli infortuni, è da girare alla società. Quella che ha venduto Kvaratskhelia ad inizio gennaio e l’ha sostituito l’ultimo giorno di mercato, con un calciatore non in condizione. “Non è un punto in meno dall'Inter che ci deve spaventare”, ha scritto De Laurentiis. Magari nemmeno il +9 sulla Lazio quarta, potenzialmente quinta. Basta cercare il modo per invertire il rendimento che vale quello delle ultime tre della classifica di Serie A.

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