Il paradosso del numero 9

23.11.2020
20:00
Pasquale Cacciola

Napoli, il paradosso del numero 9

Notizie Calcio - Un bomber. Manca un bomber a questa squadra. Tre centravanti in rosa, tanti milioni spesi, ma non c'è un vero 9 nel senso assoluto del termine. Di quelli vecchio stampo. Quelli che, prima e più di qualsiasi altra cosa, vivono per buttarla dentro. Un Dzeko, tanto per rendere l'idea. O un Cavani. Quei profili famelici, con la cattiveria giusta, capace di capitalizzare quasi ogni singola palla gol. Perché nel Napoli, a distanza di un anno, ritorna un vecchio tormentone: si crea, ma non si segna. O almeno non quanto si potrebbe e dovrebbe. Sono più le potenziali palle gol che le reti effettive. E finché non si accorcerà questa distanza, sarà sempre un Napoli bello ma inconcludente. 

Un problema che ci si trascina indietro da tempo. Da anni in realtà. E' dal 2016, precisamente, che manca un profilo del genere. Dall'addio di Gonzalo Higuain. E' andata male con Arkadiusz Milik tra infortuni e dinamice varie, decisamente ed estremamente bene con un Ciro che purtroppo non è eterno. E in ogni caso, nonostante tutto, in certe situazioni serve specificamente il cannibale robusto. Quello che fa a sportellate, quello che ti segna anche di testa. Un qualcosa che in azzurro non c'è. Non completamente. Queste caratteristiche, piuttosto, si frammentano su tre giocatori diversi. 

Dries Mertens, Victor Osimhen e Andrea Petagna. Tre attaccanti dalle peculiarità differenti, ma nessun goleador di razza. Il primo, ora arretrato e condizionato da una trequarti che non lo esalta a dovere, al di là del gol di ieri, sembra anche aver perso un po' di quello smalto sottoporta che lo ha contraddistinto in questi anni. Il secondo, nonché l'acquisto più costoso della storia partenopea, si è rivelato grandioso a campo aperto ma sofferente con le difese chiuse, lì dove appunto servirebbe la punta. 

L'ex Spal invece, per assurdo, è ciò che più si avvicina al prototipo di attaccante che servirebbe per risolvere questo problema. Fisicamente c'è, ma non tecnicamente. Almeno non per i vertici. Petagna, un giocatore abituato alla salvezza, come hanno confermato anche dalle ultime uscite, può essere utile al massimo a gara in corso, ma non certo un elemento a cui affidare sempre la maglia da titolare. La Juventus ha Ronaldo, l'Inter Lukaku, il Milan Ibrahimovic e la Roma Dzeko. Il Napoli, dopo aver speso un tesoretto da 100 milioni di euro, si ritrova senza un vero attaccante di sfondamento. Andrebbero uniti, per avercelo. 

Tirando le somme: Mertens è in inevitabile fase calante data l'età, un giovanissimo Osimhen deve ancora migliorarsi tecnicamente e nello stacco aereo e Petagna, lo abbiamo appena detto, può essere al massimo un onesto comprimario (ma pagato tutt'altro che poco). Il Napoli si ritrova dunque con questo paradosso: tanti attaccanti, ma nessun bomber nel senso più profondo del termine.

Qualcuno è stato di troppo quest'estate? Probabile, ma sarà il tempo a far chiarezza. Ma sia chiaro: detto ciò, non è questo l'unico e principale problema della squadra di Gattuso. Anche perché i gol, in linea di massima, non saranno mai un vero problema per una squadra con una trequarti così ricca di qualità. Soprattutto quando alcuni singoli torneranno a splendere di luce propria. Ma spesso - e ieri lo abbiamo visto - si sente la mancanza di un centravanti. Di un profilo spietato in area di rigore. Il rischio, altrimenti, in certi momenti, è che la palla giri in eterno attorno alla porta ma mai dentro di essa. 

di Pasquale Edivaldo Cacciola 

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