Il razzismo nel 2024 non è un tema in Italia, non interessa a nessuno. Vi sembra normale?

18.03.2024
19:00
Claudio Russo

Quando si parla di razzismo nel mondo del calcio si tocca un tema di quasi impossibile risoluzione. Per questioni culturali, di forma mentis, di arretratezza tale da troncare e sopire tutto dietro il tema semplicistico del tifo. Il giocatore della mia squadra sicuramente non ha detto questo, il giocatore della tua squadra sicuramente ha detto quell’altra cosa. Funziona così, fin quando non esce fuori una nuova polemica che coprirà quella precedente, pur non essendone ugualmente grave.

di Claudio Russo (@claudioruss)

Il caso Acerbi-Juan Jesus finirà esattamente in questo modo, l’unica sfortuna per loro due è esserne protagonisti. Da una parte Juan Jesus - come Koulibaly anni fa - dice che “quello che succede in campo rimane in campo, Acerbi è andato oltre con le parole ma ha chiesto scusa e ci siamo abbracciati, dentro il campo ci sta dire di tutto, ma poi ha capito di aver sbagliato con le parole ha subito chiesto scusa”. Il tema del razzismo, però, non resta all’interno del terreno di gioco, è qualcosa che va nettamente oltre. Una dichiarazione del genere la si rispetta perchè ci si mette la faccia, ma all’orecchio dell’ignoranza suona un po’ come una bravata che finisce lì, che non va oltre.

Dall’altra c’è Francesco Acerbi che dice un vaffa al razzismo, e subito dopo afferma "non ho detto nessuna frase razzista”, e alla frase sulle scuse aggiunge “secondo me ha capito anche male”. La domanda che sorge spontanea è semplice: Juan Jesus afferma una cosa su Acerbi, Acerbi la nega. Come va a finire? Semplice: il tifo dividerà ancora una volta. Il giocatore della mia squadra sicuramente non ha detto questo, il giocatore della tua squadra sicuramente ha detto quell’altra cosa.

Non aiutano nemmeno le dichiarazioni del presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno:

“la lotta al razzismo deve essere condotta senza se e senza ma, e quindi quanto è accaduto ieri sera è certamente da condannare. Dobbiamo cercare però di non strumentalizzare certi episodi: Acerbi tra l’altro è un ragazzo sereno che si è subito scusato, uno dei calciatori che più si spende per gli altri, e ricordiamoci che i calciatori sono coloro che, nel nostro mondo, più subiscono insulti e minacce. Non voglio banalizzare l’accaduto, ma le parole di Juan Jesus nel dopo gara credo siano significative”

Dunque, non v’è problema perchè chi è accusato di aver detto delle frasi, in fondo, è un ragazzo sereno. Senza dubbio, ma non è certo una giustifica. Altrimenti si riduce tutto al qualunquismo più sterile, all’accettazione di qualcosa che nel 2024 ancora riesce ad attecchire. Come a dire: il razzismo nel 2024 non è un tema in Italia, non interessa a nessuno. Vi sembra normale?

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