Italia Europei 2021 - Grafico a cura di Giuseppe Cautiero
Italia Europei 2021 - Grafico a cura di Giuseppe Cautiero

La chiesa al centro del villaggio italiano

03.07.2021
15:00
Manuel Guardasole

Editoriale Italia Europei 2021 - Insigne, Jorginho e il 4-3-3: il CT Mancini ha messo 'la chiesa al centro del villaggio', adesso testa alla Spagna

Ma voi ve la ricordate la formazione di Italia-Svezia 0-0? Era un 3-5-2, così composto:

  • Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva (dal 31’ s.t. Bernardeschi), Parolo, Jorginho, Florenzi, Darmian (dal 19’ s.t. El Shaarawy); Immobile, Gabbiadini (dal 19’ s.t. Belotti).
    In panchina: Donnarumma, Perin, Astori, Rugani, Zappacosta, De Rossi, Gagliardini, Eder, Insigne

Era il 2017, era l'esordio in Nazionale (acclamato da tutte le parti) di Jorginho. Finì 0-0 e non ci qualificammo all'ultimo Mondiale. All'andata c'era De Rossi al posto di Jorginho, lo stesso De Rossi che acclamava l'ingresso in campo di Lorenzo Insigne chiedendolo a gran voce a Ventura. L'attuale 10 dell'Italia in quella doppia sfida alla Svezia giocò solo i 15' finali della gara d'andata.

Son passati meno di quattro anni, son cresciuti tantissimo Lorenzo InsigneJorginho che all'epoca erano entrambi vestiti d'azzurro Napoli. Ma il CT Mancini non ha fatto altro che rimettere la chiesa al centro del villaggio, per usare una frase tanto utilizzata nel mondo del calcio. Un'Italia che entusiasma, fa sognare, ma soprattutto che diverte. Che sa anche soffrire e che sa arroccarsi e difendere bassa, ma questa è una mentalità insita nei calciatori italiani.

Italia agli Europei 2021: la rivoluzione della semplicità di Mancini

La vera rivoluzione di Roberto Mancini è stata puntare su alcuni giovani e su altri non più giovanissimi ma che avevan dato troppo poco alla Nazionale negli anni precedenti, ma soprattutto tornare alla semplicità: un pulito 4-3-3 senza follietatticismi folli. Un 4-3-3 con un terzino che spinge e uno bravo in copertura, con un regista che aveva portato il Napoli ad un passo dallo scudetto con le sue geometrie e palleggio; un campione vero come mezz'ala (menzione speciale per Barella, fuoriclasse: peccato abbia rifiutato l'offerta azzurra). Due esterni d'attacco esplosivi, forti tecnicamente, con tanta fame e bravi a muoversi sulla linea difensiva degli avversari. E infine, un portiere spesso chiamato in causa con i piedi.

Insomma, ci stiamo esaltando ed entusiasmando per il ritorno alla semplicità, dopo anni di professori che in Italia han fatto scelte inspiegabil, esclusioni inspiegabili.

Insigne e Di Lorenzo ad Euro 2020

E poi, per la prima volta, c'è un gruppo Napoli, che piaccia o no alla stampa che vive e lavora lontana dalla Campania:

  • ci mettiam dentro anche Jorginho, che meritava di essere al centro del progetto già 4 anni fa, quando la stampa napoletana lo reclamava a gran voce e qualcuno storceva il naso. Dirige l'orchestra, muove il pallone sotto pressione con una gran calma, ed è migliorato anche in fase difensiva. Ha vinto una Champions League pochi mesi fa da protagonista, e chissà...
  • E così, lo stesso Lorenzo Insigne. Sì, è dovuto arrivare un eurogol ai quarti col Belgio per convincere (ancora?) gli scettici. Perché fino a ieri in molti lo mettevano addirittura in discussione, ma il 10 della Nazionale nel momento più difficile s'è messo la squadra sulle spalle ed ha segnato una rete decisiva. E' servito il premio MVP dell'UEFA per far capire al Paese il valore del capitano partenopeo e, chissà, anche per la sua consacrazione internazionale.
  • E poi Di Lorenzo, che seppur in difficoltà ieri, s'è preso in corsa prima un posto all'Europeo e poi un posto fisso in campo, per le sue caratteristiche in entrambe le fasi di gioco.

Tre calciatori dal carattere molto diverso, ma che han saputo farsi spazio nel gruppo della Nazionale e han portato la loro mentalità, energia positiva e carisma. Due fra questi, i due del Napoli, soltanto poche settimane fa, venivano accusati di scarsa attitudine mentale dopo l'incredibile flop col Verona. Ma a guardarli bene, tutto si può dire tranne che siano calciatori a cui tremino le gambe nelle gare decisive. Ed è per questo che aumenta la rabbia dei tifosi anche in queste ore in memoria di quella gara.

Ma adesso, godiamoci il finale di Euro 2020 e il trionfo della semplicità, di un 4-3-3 che ricorda anche un po' quello che ci ha fatto emozionare, divertire e sognare negli anni di matrice sarriana. Con la speranza di ritrovare, in ritiro o all'inizio della stagione, due azzurri felici, carichi e con un pizzico di mentalità vincente in più.

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