In campo non ci vanno le radio ed i siti internet

11.01.2021
10:40
Claudio Russo

L'allenatore del Napoli parla di radio e siti dopo la vittoria nel finale contro l'Udinese

Napoli calcio - Chi vince esulta, chi perde spiega. Di norma va così, e a questo detto possiamo aggiungere che, certe volte, chi vince comunque alcune cose le spiega. Ad esempio Gennaro Gattuso, limitandoci alle 251 panchine in carriera, ha sicuramente più esperienza di noi nel mondo calcistico, e tatticamente certo sa qualcosa in più.

Il mister del Napoli saprà benissimo che in campo non ci vanno le radio ed i siti che trattano la sua squadra quotidianamente, fornendo spunti ed analizzando le cose che vanno e che non vanno, sempre con animo costruttivo e - dopotutto - con la possibilità sacrosanta di esercitare un diritto di critica che può far piacere e non. I signorsì, in fondo, servirebbero solo ad alzare il tappeto per nasconderci sotto delle problematiche comunque esistenti.

“Oggi i giovani devono imparare a smanettare meno, si sta troppo sul telefonino e si leggono troppo cose. E' difficile giocare in una piazza come Napoli o Roma, ci sono tante radio e tanti siti. Se le energie le buttiamo solo sul campo, senza pensare alle stronzate che dicono in giro, qualcosa possiamo ancora migliorarlo”

Premesso che Internet è ovunque, non solo a Napoli o a Roma, se le opinioni di siti e trasmissioni radio - per non parlare delle televisioni, ce ne sono molte - influiscono negativamente sui calciatori, magari eufemisticamente la soluzione può essere quella di togliergli il cellulare. Oppure di agire in prima persona, risolvendo i problemi di una squadra che, senza il colpo di testa di Bakayoko, sarebbe stata giustamente travolta dalle critiche. E che a Udine, al netto della vittoria, ha messo in mostra una prestazione negativa che non fa rispecchia il talento dei giocatori.

Il Gennaro Gattuso allenatore, dopotutto, sa benissimo - lui per primo - che in campo, e né tantomeno in panchina, non ci vanno i siti e le radio. Se ci sono dei problemi, tocca a lui risolverli: la stampa attende con le sue opinioni, condivisibili o meno. Non vogliamo certo pensare che la mente dei calciatori, ragazzi e nostri coetanei, sì, ma pur sempre professionisti che vanno rispettati, possa essere influenzata da un voto o da un aggettivo - si potrebbero spiegare così le parole nel post-partita, come una strategia volta a preservarli. Farebbe un po' sorridere, a dirla tutta. Anzi, mica tanto.

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