L'evoluzione tattica di Sarri, dal 4-4-2 al trequartista, un caposaldo e tante varianti

07.06.2015
20:30
Alessandro Marrazzo

Il concetto di gavetta non si può non associare al percorso effettuato da Maurizio Sarri per giungere alla panchina del Napoli. Una gavetta segnata dallo studio del calcio sotto tantissimi aspetti, soprattutto dal punto di vista tattico. Tutto parte da un 'semplice' 4-4-2 di sacchiana memoria, un modulo che ha fatto la felicità del Milan degli olandesi e che ad oggi è pressocchè inutilizzato nel calcio moderno. Io sviluppo del calcio di Sarri va di pari passo con lo sviluppo di questo modulo nelle sue molteplici varianti. 

Del 4-4-2, modulo ancora di riferimento soprattutto nelle categorie inferiori, l'ex tecnico dell'Empoli, ha proposto numeriose varianti dal centrocampo in su, mentre si potrebbe definire praticamente intoccabile la sua difesa a 4. Per quanto riguarda la mediana, Sarri dalla classica linea a 4 è passato con il tempo al rombo, ripescando la figura del trequartista che agisce tra le linee alla ricerca di assist ed inserimenti. Ruolo che col tempo era entrato nel dimenticatoio e che ultimamente è  stato ripescato con ottimi risultati. 

La caratteristica principale del modulo del tecnico di origini partenopee, restano i perfetti meccanismi difensivi e gli schemi su calcio da fermo che quest'anno hanno fruttato parecchie reti all'Empoli.

I movimenti, quasi perfetti della linea difensiva dei toscani, hanno messo in difficoltà i migliori attacchi della Serie A. I quattro componenti della linea non perdono quasi mai le misure comandati perfettamente da un leader difensivo. Anche per questo, Sarri non prescinde dalla difesa a 4, su cui lavora tantissimo in settimana e che frutta tantissimo durante le partite. 

Il calcio di Sarri si potrebbe quasi definire 'perfettamente elementare'. Nessun azzardo tattico e movimenti da manuale eseguiti senza la minima sbavatura. In campo tutti sanno cosa e come farlo ruotando intorno ad un asse rappressentato da un componente per reparto che gestisce le operazioni. Prendendo ad esempio l'Empoli di quest'anno, Rugani (difesa), Valdifiori (centrocampo) e Maccarone (attacco) nel 4-4-2 utilizzato principalmente fino a gennaio, rappresentavano l'asse portante della squadra. Le cose sono cambiate con il ritorno di Saponara dal Milan che Sarri non ha esitato a schierare subito titolare al suo arrivo. Con l'arrivo del trequartista si è passati al centrocampo a rombo con Valdifiori vertice basso e Saponara vertice alto.

Da questo momento in poi, il gioco dei toscani ha avuto, se possibile, un ulteriore impennata. Questa sorta di 4-3-1-2 ha cominciato a funzionare subito benissimo valorizzando la vena realizzativa tanto di Saponara quanto di Maccarone. Con il ritorno del trequartista dal Milan, Sarri infatti, è potuto tornare al modulo che l'anno scorso gli ha regalato la promozione in Serie A. Un meccanismo, quindi, già perfettamente rodato, pressocchè con gli stessi interpreti e grazie al quale l'Empoli ha effettuato un grande finale di stagione.

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