La chiamano crisi...ma quale?

24.02.2016
21:40
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Crisi, qualcuno la definisce così. Il calcio è bello perché permette a tutti di poter esprimere un parere su una partita o un singolo giocatore, ma i dati no, quelli sono inconfutabili e chiari un po’ per tutti. Si parla di ‘crisi’, ma il Napoli corre, gioca, crea e concede zero agli avversari. E questa che crisi è? Se fosse entrato quel pallone di Mertens ad oggi staremmo parlando di un Napoli volto allo scudetto senza rivali, di una Juve che affanna in quel di Bologna o di un campionato più che aperto. Invece no, il Milan si chiude al San Paolo, riesce a guadagnare un punto…e il Napoli è in crisi. Certo, chi fa zapping davanti al televisore e legge solo il risultato finale di un match per poi andarlo a commentare sui social non merita risposta. Però sarebbe bello intavolare una discussione sulla parola ‘crisi’.

Al massimo potremmo concederVi una crisi di risultati, ma questi non preoccupano quando la squadra dimostra di essere viva e vegeta. Il Napoli non è mica morto, anzi. Juventus, Villareal e Milan, tra le squadre più difficili da affrontare al momento. E non ci pare il Napoli sia uscito dal campo con le ossa rotte. La gara di Torino è stata decisa da un guizzo di Zaza e da un suo tiro deviato da Albiol, in Spagna si è perso per una magia di Suarez su calcio piazzato. Col Milan la partita era in tasca, il Napoli non ha mai avuto la sensazione di poter perdere. E questa sarebbe una crisi?

L’unico rimpianto è quello di non esser riusciti a competere sul mercato di gennaio. Il Napoli aveva bisogno di rinforzi. Va bene la politica dei giovani, ma dove sono le riserve di Callejon ed Hamsik? Dov’è il vice Higuain? El Kaddouri non è un vice Callejon, non lo è per caratteristiche, non è per ritmi. Grassi può fare il vice Hamsik, ma bisogna avere il coraggio di gettarlo nella mischia senza correre il rischio di essere criticati. Gabbiadini non può fare la riserva di Higuain, tranne che con Midtjylland e Legia Varsavia. Gabbiadini è una seconda punta, non ama fare la boa al centro area e nello stesso tempo non ha nelle sue caratteristiche lo scambio in spazi brevi. Ha bisogno di spazi per far male col suo sinistro, ha bisogno di partire largo. Insomma, qualche pedina manca. Ma non parliamo di squadra in crisi, vi prego. 

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