La mano del Diavolo, il bluff di De Laurentiis, la favoletta degli scarti e Cristiano Ronaldo nel cesso 30 anni dopo...

12.12.2016
21:00
Ciro Novellino

di Ciro Novellino

C'è chi dice che è un sorteggio ben visto, che può permettere di avere la strada spianata dopo, qualora si riuscisse a batterli, c'è chi invece pensa il contrario e vede interrotto il sogno di accedere ai quarti di Champions League e riscrivere ancora una volta la storia azzurra, il fatto è che il Napoli ha pescato dall'urna del sorteggio degli ottavi il Real Madrid e mai sfida è più affascinante. Si giocherà prima in Spagna, il ritorno sarà al San Paolo e sarà sicuramente uno spettacolo allo stato puro vedere all'ombra del Vesuvio, una squadra così blasonata. I blancos, Ronaldo, Bale, Zidane, la città di Napoli sogna l'impresa ma anche in questo caso, la 'mano del diavolo' ha fatto la differenza: Ruud Gullit, ex bandiera del Milan, ha pescato la pallina calda, regalando così un match che durerà 3 mesi circa, fino alla serata della gara di ritorno.

Il BLUFF - “A noi serve solo una prima punta vera, tradizionale e basta", sentenzia il presidente Aurelio De Laurentiis, ma poi quasi ritratta, giocando con le parole: “Anche per l’attaccante, dobbiamo prendere una prima punta per poi tenerla in panchina? Del resto, abbiamo un punto in meno rispetto allo scorso anno e quattro gol in più. Il Napoli sta crescendo e crescerà ancora". Ma allora serve o non serve? Il bluff presidenziale è tatticismo, lo schema 'sarriano' difensivo di questo periodo è entrato anche nella testa del presidente che prima lancia l'amo e poi lo ritira, prima allunga il passo per sferrare l'attacco e poi indietreggia per non subire il contropiede, proprio quello che non andrà fatto nella doppia sfida dal sapore retrò.

La squadra di Zinedine Zidane, forte dei suoi attuali 35 risultati utili consecutivi, accusa un calo fisico e di gioco in questo periodo, nonostante non perda colpi. Lascia la manovra ai suoi avversari per poi colpire in velocità con quei mostri sacri che si ritrova da Bale a Cristiano Ronaldo che ha tutta la voglia di non fermarsi mai. Proprio quel Ronaldo che alle sue spalle, fino a qualche stagione fa, aveva un certo Josè Maria Callejon, il quale giocava poco, ma quando lo faceva sapeva sempre mettersi in mostra entrando, così, nelle grazie di un certo Mourinho che stravedeva per lui. Da Callejon ad Albiol, è questione di pochi metri in campo, ma di destini simili. Due calciatori che hanno fatto le fortune di questo Napoli passato dalle mani di Benitez che li ha portati in azzurro, a quelle di Sarri che li ha rilanciati, almeno nel caso del difensore. Eppure la favoletta degli scarti del Real, così come fu per Higuain, ormai andato su altri lidi, non regge, non può reggere visto ciò che è accaduto in azzurro negli ultimi anni.

IL RITORNO – Una sfida dal gusto retrò, dicevamo in precedenza. E si, perchè era settembre del 1987, il 16 si giocò in Spagna e il 30 al San Paolo. All'andata fu sconfitta per 2 a 0. Il 30 settembre, il Napoli di Ottavio Bianchi, fresco del primo scudetto, fece il suo esordio nella massima competizione europea affrontando la più blasonata squadra del vecchio continente. Vantaggio di Francini dopo pochi minuti (9’), ma pareggio di Butragueno a fine primo tempo (44’) che, in effetti, regalò agli spagnoli il passaggio del turno. A niente valsero i tentativi degli azzurri di ottenere almeno il gol del 2-1 per una platonica vittoria. Quel Napoli-Real Madrid si giocò davanti a 83.827 spettatori. Un record che nella storia del calcio napoletano probabilmente mai sarà battuto. Una sfida che lasciò l'amaro in bocca, ma che oggi può essere vendicata. Quel San Paolo non aveva ancora visto i 'ritocchi' del '90, questo San Paolo è figlio di quell'impianto che nel tempo è caduto nel degrado: “Uno stadio così per Cristiano Ronaldo e Bale? Dovrò chiedere (scherza, ndr) ai miei calciatori di cedere al Real lo spogliatoio. Perché quello degli ospiti non l’abbiamo ristrutturato. Purtroppo io l’avevo detto all’amministrazione comunale. Al sindaco e all’assessore Borriello. C’era il rischio di fare brutte figure a livello internazionale. Io avevo presentato un progetto disegnato dall’architetto dello Juventus Stadium. Me lo hanno bocciato. I miei 35 milioni valevano 50 del credito sportivo. Ovviamente avremmo dovuto siglare una convenzione per tot numero di anni. Non è avvenuto. Ora aspettiamo l’inizio dei lavori. Avevano detto a dicembre, poi a gennaio. Napoli è la città del botta e risposta. Oltre non si va. Non si passa mai ai fatti”. Napoli merita di sognare, Napoli merita anche un impianto Champions!

RIPRODUZIONE RISERVATA

Notizie Calcio Napoli