La rogna del centrocampo azzurro, tanti tentativi ma nessuna soluzione: è il solito serpente che si morde la coda
di Alessandro Marrazzo
Tra i tanti problemi che si sono presentati, anche più volte, durante l’arco di questa stagione, ma la gestione del reparto di centrocampo, è forse quella che ha creato più grattacapi a Rafa Benitez.
Una questione che ha origine già da quest’estate, quando si sono susseguiti nomi roboanti per la mediana azzurra. Da Fellaini a Mascherano, passando per un’infinità di nomi che avrebbero proprio fatto al caso del Napoli ma che sostanzialmente, al Napoli non si sono nemmeno avvicinati più di tanto.
Rafa, alla fine della scorsa estate si è ritrovato con due cessioni di rilievo, proprio in quel reparto come Behrami e Dzemaili, sostituiti dal reintegro in rosa di Gargano e dall’arrivo dello sconosciuto David Lopez.
L’uruguagio e lo spagnolo avrebbero dovuto essere dei rimpiazzi per la coppia titolare composta da Jorginho e Inler. Il brasiliano e lo svizzero però non convincono sin da subito. I due assicurano una discreta tecnica e un buon giro palla ma stentano e non poco in rottura.
Fanno poco filtro davanti alla difesa che troppo spesso si trova vittima del contropiede avversario e la squadra subisce troppi gol per palle sanguinose perse a centrocampo.
Benitez tenta di sopperire inserendo il redivivo Gargano tra la contestazione di tutto il tifo partenopeo. L’uruguagio lotta come un leone su tutti i palloni ed in coppia con Inler cerca di dare equilibrio alla squadra. Il Napoli perde qualcosa in palleggio me le cose non migliorano sufficientemente in fase di copertura.
Allora dentro anche David Lopez a scapito di Inler che sembra proprio non avere le caratteristiche adatte al 4-2-3-1 integralista del tecnico madrileno. La squadra perde tecnica e giro palla per una maggiore solidità difensiva e le cose migliorano soprattutto in Europa.
Rafa però non ha titolari assoluti, e la rotazione comporta non pochi problemi. Jorginho sembra completamente spaesato ed Inler dopo una lunga serie di panchine, rientra alla grande con prestazioni di alto livello per poi ritornare nell’ombra.
Il problema resta e non è sottovalutabile. Considerando che il modulo non cambierà, sulla mediana servono due centrocampisti universali, che sappiano fare con naturalezza le due fasi e soprattutto che siano dei veri leader dotati di personalità e carisma.
In regia si prendono decisioni importanti e si toccano palloni roventi in situazioni delicate del match. Serve gente che sappia cosa fare e come farlo al momento opportuno e che trasmetta sicurezza ai compagni surante l’arco dei 90 minuti più recupero.
Troppi punti persi per mancanza di mentalità e carattere si pagano amaramente che alla fine della stagione pesano terribilmente sul bilancio finale. Ovvio che certi giocatori dotati di determinate caratteristiche, urtano e non poco con la politica di ringiovanimento azzurro.
Quasi Impossibile che un giocatore giovane possa avere l’esperienza necessaria per prendere in mano un reparto e di conseguenza una squadra, ma se pure esistesse non sarebbe certamente facile portarlo al Napoli senza un esborso economico ingente che è, allo stesso modo, contro la politica del club: siamo al cospetto del solito ‘serpente che si morde la coda’.