Una matassa intrecciata: chi si assumerà la responsabilità della prima mossa?

13.04.2020
09:30
Gaetano Pantaleo

Focus sul dualismo nella porta del Napoli Meret-Ospina

Da unica ancora di salvezza nel mare in tempesta di una stagione disastrosa e di un futuro pieno di incognite, tra mal di pancia di alcuni elementi e mancati rinnovi di altri, nella rosa del Napoli a riserva (seppur di lusso). Può essere riassunta così l’annata di Alex Meret che, tra gli azzurri, è quello che ha maggiormente pagato il cambio in panchina. Gattuso, infatti, sin dalle prime battute gli ha preferito il più esperto David Ospina per due ragioni: la capacità di palleggiare del colombiano, che permette alla squadra una più fluida uscita dal basso, ed una maggiore esperienza, fondamentale per la squadra per venir fuori da una crisi senza precedenti in cui si trovavano gli azzurri fino a poche partite fa.

Al di là della legittimità della scelta, del valore indiscutibile del colombiano e del giudizio personale del tecnico, pagato proprio per prendere delle decisioni, anche dolorose, la situazione pone inevitabilmente degli interrogativi a tutti i diretti interessati. Da un lato la società sa che, se l’ex Udinese e SPAL non trova spazio e non avrà le giuste garanzie, farà di tutto per andar via per non perdere l’appuntamento con gli Europei e venderlo in questo contesto impedirebbe a De Laurentiis di incassare quanto potenzialmente potrebbe da un talento di simile levatura. Dall’altra partenon può essere sottovalutata quella che è la volontà in primis della dirigenza di vedere valorizzato un proprio investimento ed un autentico capitale ed in secundis quella della della piazza, che da tempo invoca a gran voce la titolarità di Meret.

Di certo non meno rilevanti sono gli interrogativi che si pone il diretto interessato. Il numero uno del Napoli, infatti, sa che ha bisogno di giocare con continuità per vincere la concorrenza di Gollini e Cragno e conquistarsi un posto nella lista dei convocati di Mancini per Euro 2021. Suonano forti le sirene del Milan, che probabilmente vedrà partire Donnarumma e vorrà sostituirlo con un portiere di eguale valore, come d’altronde resta forte la volontà di convincere Gattuso a dargli la maglia da titolare. Per farlo sa di dover migliorare con i piedi, vista l’importanza che il tecnico accorda al fraseggio a partire dall’estremo difensore.

Una matassa intrecciata e per scioglierla serve qualcuno che si assuma per primo la responsabilità di una scelta forte, considerando che non intervenire potrebbe essere dannoso per entrambi, che sarebbero inevitabilmente esposti ad una enorme pressione. Può farlo la società, facendo partire uno dei due per risolvere il problema alla base. Può farlo Meret, che potrebbe decidere di comunicare alla dirigenza la sua volontà di restare per giocarsi le sue carte o di andar via a prescindere. Può farci molto poco, invece, Gennaro Gattuso, dal quale non si può pretendere che faccia giocare per partito preso l’italiano. Non è aziendalista e lo ha detto più di una volta. Se cambiasse adesso, perderebbe credibilità agli occhi dei calciatori. “Le discese ardite e le risalite”, cantava Battisti. Adesso per Meret è il momento della risalita. Sperando che possa avvenire all'ombra del Vesuvio.

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Alex Meret panchina
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