Stessa vecchia e nauseante storia

01.12.2019
21:30
Gaetano Pantaleo

Sconfitta per la squadra di Ancelotti in Napoli-Bologna: stessa vecchia e nauseante storia

Senza idee, mentalmente devastato e tatticamente la coperta è sempre corta. Torna il campionato e, dopo l’abbuffata di emozioni di Liverpool, il Napoli riscopre tutte le sue debolezze. Dopo un buon primo tempo  chiuso giustamente in vantaggio grazie al centro di Llorente, nella ripresa la squadra di Ancelotti dava l’impressione di essere in controllo della gara. A stravolgere tutto il gol del pari del Bologna, con Skov Olsen bravo a ribadire in rete dopo un prodigio di Koulibaly su Palacio. Da quel momento il Napoli si è annichilito sotto i colpi più delle proprie ansie e paura che delle offensive degli emiliani. Il colpo di grazia lo ha dato poi Ancelotti, togliendo uno spento Elmas per far entrare Mertens e consegnando in tal modo la mediana alla squadra guidata in panchina da Miroslav Tanjga, il vice di Mihajlovic.

In queste condizioni il gol del vantaggio bolognese era inevitabile ed è arrivato puntuale, con Sansone bravo a trasformare in oro l’ottimo pallone di Dzemaili. Caotico ed inconcludente l’assalto finale degli azzurri che porta al gol, poi annullato per posizione irregolare millimetrica, di Llorente che non sarebbe comunque servito ad evitare l’ennesimo tonfo. La vetta dista adesso diciassette punti, la Champions League solo, si fa per dire, cinque, con la Roma ed il Cagliari che devono ancora disputare le rispettive gare valevoli per la quattordicesima giornata e che potrebbero volare a +8.

“La vittoria ha più padroni, la sconfitta un solo responsabile”. Così recita il detto che pure pare così impreciso in questo caso. Non bastano armistizi, trattati di pace, incontri a Teano per far ritrovare a questa squadra vecchie convinzioni. Irriconoscibili i calciatori che sembrano aver bisogno degli scenari europei per ricordarsi anche qual è il loro piede preferito. Ci sta capendo poco o nulla anche Ancelotti. E non è esente da responsabilità nemmeno la società nella sua interezza. Esonerare il tecnico sarebbe come cercare un capro espiatorio visto che è il principale colpevole ma non certo l’unico. Eppure pare l’unica soluzione percorribile per invertire la rotta, pur rischiando di fornire in tal modo un alibi alla squadra. Un cane che si morde la coda. 

Si provi a salvare il salvabile in questa barca che sta affondando. Una sola certezza: è per distacco il peggior Napoli dell’era De Laurentiis ed una situazione del genere non può non spingere la proprietà a riflessioni serie. Emblematiche della baraonda che si è creata a Castel Volturno le parole di Carlo Ancelotti:

"Gli allenatori si devono sentire responsabili ma io non le voglio prendere tutte, solo gran parte. In campo ci vanno i calciatori, devono metterci del loro ed in questo momento non ce lo stanno mettendo, o solo in parte"

Una tortura per il fegato dei tifosi questa storia che in campionato sta diventando vecchia e nauseante.

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