Piotr Zielinski, centrocampista del Napoli
Piotr Zielinski, centrocampista del Napoli

Giusto protestare, sarebbe altrettanto giusto concretizzare

09.02.2020
19:00
Claudio Russo

Il Napoli perde 2-3 in casa con il Lecce: protestare per l'errore dell'arbitro Giua è giusto, non concretizzare le occasioni avute...no

“Che botta caz*o! Caz*o che botta”. In Pulp Fiction Uma Thurman si ‘incipria’ il naso e lo esclama con gli occhi sbarrati. Fosse stata al San Paolo, la frase sarebbe stata più che adatta alla situazione. Sulla carta il Napoli avrebbe potuto far man bassa contro il Lecce, e probabilmente ci sarebbe riuscito se avesse concretizzato le gigantesche chance sui piedi e sulle teste di Milik, Zielinski ed Insigne. La realtà ha detto altro.

Aggressività che manca

Il Napoli visto nella prima mezz’ora ha espresso un calcio notevole, ricco di inventiva ma totalmente avulso sotto porta: ok il pressing, ok l’aver chiuso il Lecce negli ultimi trenta metri, ma certe occasioni non possono non essere concretizzate - se hai l’obiettivo di rientrare nella corsa per un posto in Europa. Se ti muovi tanto, col senno di poi paghi altrettanto: è andato così, no? Mentalmente la squadra si è abbattuta ancora, per l’ennesima volta, ed ha mancato di aggressività. Gattuso aveva parlato di partita trappola, si è materializzata: se con Lazio e Juventus le motivazioni erano venute fuori in modo naturale, contro squadre di livello tecnico inferiore è uscito di nuovo il Napoli consapevole di essere superiore, e poi non munito della cattiveria necessaria per chiudere subito il match. Anzi: gli ospiti hanno avuto campo libero, e l’azione difensiva che permette l’1-2 di Lapadula è inguardabile. Una problematica già affrontata con una certa serialità.

Scelte azzardate?

Le scelte di formazione, col senno di poi, si sono rivelate un po’ azzardate: giusto ruotare gli uomini in vista dei tanti impegni in pochi giorni - tre in sette giorni -, ma alcuni azzurri sono incappati in prestazioni negative (Di Lorenzo, Lobotka) o fisicamente non al top (sia Koulibaly, sia Maksimovic erano al rientro dopo due mesi). Giusto l’inserimento di Mertens, che ha portato vivacità in un reparto fumoso tra Insigne e Politano. Gattuso ha persistito con la sua idea di non inserire un centrocampista, gli è andata male.

Tre punti che pesano tanto

Fortunatamente c’è l’Inter mercoledì sera, l’opportunità di rimettersi in carreggiata e di dare l’assalto alla finale di Coppa Italia: la corsa alla Champions League è teoricamente sfumata, quella all’Europa League si complica più che altro per le tante squadre invischiate. Non si dovevano perdere punti oggi, se ne sono persi tre ampiamente alla portata del Napoli. Giusto protestare, ma sarebbe altrettanto giusto concretizzare: l’errore dell’arbitro Giua non può essere l’alibi per una vittoria mancata.

Giua ed i dubbi sul VAR

Piccolo inciso sul rigore: l’errore di un Giua dall’atteggiamento presuntuoso ("Ho deciso io") è enorme, e fin quando l’addetto al VAR non potrà obbligarlo a rivedere l’episodio dubbio, gli arbitri rimarranno protagonisti unici di certe cose. Detto ciò, il Napoli è stato penalizzato da una decisione errata: avrebbe vinto 3-2? Avrebbe perso 2-3? Avrebbe pareggiato? Non lo sapremo mai, rimane l’errore ed è da apprezzare la reazione immediata della società. Ma passiamo avanti. Bugo avrebbe riassunto il gesto di Giua così: "Non guardo neanche la TV / Perché mi rompo i cogl**ni"

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